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Di Matteo a 360°: «Il derby della Capitale era la mia partita preferita.Non lasciai la Lazio per colpa di Zeman»
Riparte dall’Aston Villa la carriera da allenatore di Roberto di Matteo. Nei giorni scorsi si era parlato di un suo incontro a Roma con Lotito, notizia che però non ha trovato riscontri. Adesso l’ex calciatore biancoceleste riparte dai “villans”, ma non dimentica le sue avventure da calciatore, soprattutto quelle nella capitale che ha voluto raccontare ai microfoni di fourfoutwo.com. Il primo argomento non poteva che essere il derby: «In questa stagione ho notato che al derby di Roma lo stadio non era pieno, questo mi ha sorpreso un pò. Di solito durante il match l’atmosfera all’Olimpico è incredibile. Quando giocavo era una delle mie partite preferite, perché lo stadio era pieno e entrambe le tifoserie coloravano gli spalti con le proprie bandiere. Fin dal mio primo giorno alla Lazio chiunque mi parlava di derby. Bastava vincere il derby perché andasse tutto bene. La mia è stata un’esperienza superficiale, suppongo, ma comunque meravigliosa. Ho giocato sei derby di Roma e vinto tre volte, pareggiato due e perso uno soltanto.»
FEELING CON ZEMAN… – Il rapporto con Zeman: «Non è del tutto vero che avessi un pessimo rapporto con Zeman, era solo quello che dicevano i media. C’era un buon feeling. Certe volte discutevamo perché non eravamo d’accordo su alcune cose, ma è normale. Ho sempre rispettato le sue decisioni. Dopo tre felicissimi anni alla Lazio, ho pensato che per la mia carriera fosse meglio cambiare aria. Questa è la vera ragione, non l’allenatore. Dall’altra parte sicuramente il club è stato contento di ricevere un’offerta del genere dal Chelsea».
IL PASSAGGIO IN PREMIER – L’approdo al Chelsea che non fu ben digerito dai tifosi laziali: «Ci fu un piccolo numero di tifosi che rimase deluso dalla mia cessione. Non mi rovinarono la macchina, ma abbiamo avuto un confronto fuori da Formello. Non sono stati esattamente gentili devo dire. Ma quando ho spiegato loro le mie ragioni, tutto si è risolto per il meglio.»
IL GENIO DI GAZZA – Immancabile, in conclusione, un ricordo sulle famose e divertenti follie di Gazza: «Il comportamento di Gazza era insolito e divertente per l’ambiente laziale, ma si vedeva che alla lunga ci sarebbero potuti essere dei problemi. Era il classico ragazzo simpatico che faceva un sacco di scherzi: ti poteva capitare di metterti le scarpe e te le ritrovavi piene di schiuma da barba o di dentifricio. O magari dopo l’allenamento tornavi alla macchina e trovavi tutte e quattro le gomme a terra perché lui te le aveva sgonfiate. Era troppo divertente, non ti potevi arrabbiare con uno così. Quando è successo a me, io mi sono messo a ridere anche se ero incazzato. Gazza era un giocatore eccezionale, ha segnato alcuni gol spettacolari, mentre non si può dire lo stesso del suo italiano. Io ho provato a parlare un po’ con lui ma aveva un accento troppo forte. E’ il colmo è che non ci riuscivo neanche in inglese, è pazzesco!.»