2013
ESCLUSIVA – 14 maggio 2000, Bisoli: “Vi racconto quel Perugia – Juventus”
Quella del 14 maggio 2000 è una data che rimarrà sempre impressa nella storia della Lazio. Tutti i tifosi biancocelesti si ricordano posto, compagnia e abbigliamento di quei momenti vissuti aspettando secondo scudetto del club biancoceleste. L’attesa, i riti scaramantici e le urla, esultanti, di un intero popolo, pronte a scatenarsi al fischio finale dell’infinita Perugia – Juventus. Con il 3-0 servito alla Reggina, l’ambiente laziale dovette restare in apnea fino alle 18:04, quando l’arbitro Pierluigi Collina diede il triplice fischio al Curi: dopo un’ora di interruzione a causa di un nubifragio, Perugia batte Juventus 1-0, decide Alessandro Calori. Lo scudetto è della Lazio. Per ricordare quei momenti tanto tormentati quanto felici, la redazione di Lazionews24 ha intervistato in esclusiva Pierpaolo Bisoli, ex centrocampista di quel Perugia ed attuale tecnico del Cesena.
Come cominciò Perugia – Juventus?
“Fu una partita giocata da una squadra che lottava per vincere lo scudetto e da un’altra che mirava all’Intertoto. Dopo un primo tempo abbastanza equilibrato e tranquillo, si scatenò quell’ormai famoso nubifragio che interruppe l’incontro per circa un’ora, un’ora e un quarto.”
E lì arrivò la svolta.
“Evidentemente la Juventus aveva perso la giusta concentrazione al ritorno in campo. Durante quei minuti di spasmodica attesa, a loro passarono davanti tutti i momenti di un campionato che doveva essere vinto, mentre per noi quell’interruzione trascorse più velocemente e, soprattutto, senza problemi di quella portata. E così, andammo in vantaggio con Calori dopo soli 40 secondi dalla ripresa del gioco. Da lì in poi noi proseguimmo la nostra partita, mentre i bianconeri non riuscirono a ribaltare il risultato.”
Le polemiche sull’impraticabilità del terreno di gioco vengono alimentate ancora adesso.
“Ma quale impraticabilità? Dopo la pausa di un’ora e un quarto circa, il campo era perfettamente adatto per giocarci a calcio. A parte qualche pozzanghera sulle fasce, il pallone rimbalzava in ogni zona. Si poteva giocare assolutamente. In Serie B ho visto molto di peggio: questo lo posso garantire.”
Ha qualche aneddoto in particolare?
“Subito dopo la partita il presidente Gaucci scese negli spogliatoi per festeggiare l’Intertoto, ma per ordine di mister Mazzone le celebrazioni furono molto sobrie in rispetto di un avversario che aveva appena perso lo scudetto.”
Odiati dai tifosi juventini, amati alla follia da quelli laziali. Come vi siete sentiti a vestire i panni dell’arbitro dello scudetto?
“Dei grandi professionisti, come sempre. Quando si scende in campo bisogna sempre onorare il nome dello sport. Poi se il tuo avversario ha più motivazioni, è giusto che vinca. Aldilà di tutto quello che si è detto e di aver recato un dispiacere alla Juventus, sono molto orgoglioso di quella partita. Sono orgoglioso di aver fatto il mio dovere contro un club blasonato come quello bianconero. Anche quel Perugia però non era niente male: il decimo posto e l’Intertoto furono davvero un grande traguardo per noi.”
Arrivò qualche “ringraziamento” dalla Lazio?
“Una volta finita la pausa, venimmo a sapere che la Lazio aveva vinto la sua partita. Noi però siamo scesi in campo tranquillamente, sapendo di dover fare il nostro dovere.”
Tornando al presente, se quest’anno in campionato la Juventus non ha trovato alcun rivale all’altezza, in Coppa Italia è stata eliminata proprio dalla Lazio che la prossima settimana disputerà la finale contro la Roma. Che partita prevede?
“Formulare dei pronostici per un derby è sempre un’ardua impresa. In più aggiungiamoci il valore di una finale ed il gioco è fatto. La Coppa Italia è una competizione che riveste una grande importanza: primo, perché ti qualifica in Europa League, secondo, perché per arrivare fino in fondo significa aver eliminato temibili avversari. Saranno due partite in una, l’adrenalina sarà a mille. Speriamo solo che sia una bella partita e che rimanga tale, senza incidenti o scontri. Lo sport va onorato.”
Chi vincerà?
“Questo proprio non lo so. Immagino l’atmosfera di un Olimpico tutto esaurito con 70/80 mila persone. Prima di tutto mi auguro che sia un bello spettacolo. E che vinca il migliore”