Tare a 360°: "Abbiamo creato le basi per qualcosa di importante, vogliamo costruire una grande squadra. Yilmaz? Che rimpianto! Ma attenti a Perea..." - Lazio News 24
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2013

Tare a 360°: “Abbiamo creato le basi per qualcosa di importante, vogliamo costruire una grande squadra. Yilmaz? Che rimpianto! Ma attenti a Perea…”

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Ai microfoni di Radio Radio è intervenuto il ds biancoceleste Igli Tare, che ha commentato il trionfo in Coppa Italia e ha svelato alcuni retroscena di mercato: “La Lazio ha vinto solamente due scudetti nella sua storia, ci sono tanti perché per spiegarsi questa cosa. Noi puntiamo molto sulla programmazione, prendiamo spunto da società all’estero come Schalke 04 o Borussia Dortmund: hanno vissuto percorsi difficili e con una bella programmazione sono riusciti a tornare competitivi. E’ un nostro impegno riuuscire a fare qualcosa in più, voglio che la lazio ogni anno lotti per andare in Champions League, ma nel momento in cui ci troveremo a lottare per lo scudetto saremmo i primi a volerlo vincere. Facciamo tanto con i piedi per terra, non voglio che si discuta troppo sul lavoro della Lazio, noi lavoriamo 18 ore al giorno per migliorare la squadra. E quando il Corriere dello Sport a gennaio mi viene a dire che la Lazio si butta sul mercato dei disoccupati, questa cosa a me fa incazzare. Noi siamo andati al mercato dei disoccupati dopo l’infortunio di Klose. Se non si faceva male non andavamo al mercato dei disoccupati. I giornalisti si sono scusati, dicendomi che non sono loro ad aver fatto i titoli. La gente deve sapere. La verità è questa. Se voi volete che la Lazio lotti per vincere lo scudetto dovete essere i primi a fare da parafulmine. Abbiamo vissuto un periodo nero, i miei primi anni da dirigente dovevo imparare. Adesso sono in grado di capire come funziona una società e sono convinto che dobbiamo essere fieri di quello che abbiamo fatto. Abbiamo creato le basi per fare bene. Dobbiamo essere bravi con una programmazione importante, con la fortuna e il sostegno di tutto il mondo Lazio, di tornare a essere importante anche in campo europeo. Non c’è una squadra in Europa che a gennaio scorso ha fatto una proposta da 13 milioni di euro, come ha fatto la Lazio per Honda”. Però alla fine il centrocampista giapponese non è arrivato: “Non funziona così, anche con Felipe Anderson era un investimento che non faceva la differenza. Se prendi un giocatore di 19 o 20 anni, ricordiamoci che hanno bisogno di un cuscino di sei mesi di ambientamento. Volevamo anticipare i tempi perché nella nostra programmazione partiamo sempre da settembre o ottobre. Abbiamo deciso di anticipare l’acquisto vedendo anche la mancanza di Onazi per la Coppa d’Africa, per dargli il tempo di ambientarsi nel calcio italiano. Non ci siamo riusciti, ma non era una questione che la Lazio non ci è riuscita. Ma del Santos e del fondo che detiene il 50% de cartellino. Non si sono messi d’accordo su chi deve prendere la prima rata. Ci sono anche dei limiti. Io sono molto attento al bilancio, so dove posso arrivare. E quando si cerca uno sforzo importante ci abbiamo sempre provato. Poi se non va bene una volta, o la seconda, io vi garantisco che ci riproverò anche la terza e la quarta”.

TANTI SACRIFICI – “Le critiche io le accetto ben volentieri. Dalle critiche posso migliorare, ti fanno riflettere e capisci perché e da chi sono state fatte. So perfettamente che questa squadra ha una storia importante, lo vivo continuamente. So anche che ho una responsabilità di essere perfetto con quello che conta, nel bene o nel male dobbiamo prendere gli schiaffi. La società deve essere forte e fare da parafulmine, ma ci tengo che venga conosciuta la realtà. Dappertutto c’è una crisi economica assurda, ma tutti pretendono campioni da 20 milioni. Anche io li vorrei. Ci sono società che 10-15 anni fa non erano neanche paragonabili con le squadre italiane ma adesso ci hanno sorpassati grazie alla programmazione. Questo è il mio compito. Io mi ricordo quello che ha subito Senad Lulic nei primi mesi che è arrivato. Perché non si dà il tempo di ambientamento a un ragazzo che viene da una realtà diversa? Fargli sentire l’amore e la storia di questa società”.

LE STRATEGIE SUL MERCATO – “Abbiamo un sistema di lavoro diviso in tre categorie. La prima fascia, la fascia media e quella che io chiamo delle sorprese. Alcuni campionati in cui dobbiamo essere bravi e avere coraggio a scegliere giocatori che possano esplodere nel nostro contesto. Questo è il segreto del lavoro. Ora è arrivato il momento di ringiovanire la squadra, quella attuale è un progetto nato 3-4 anni fa, per la precisione con l’arrivo di Reja. Avevamo calcolato che nel giro di qualche anno questa squadra avrebbe potuto crescere. Poi abbiamo incontrato tante difficoltà strada facendo che ti impediscono di esprimerti al meglio, ma generalmente mi piace molto scovare giovani giocatori che dalla Primavera possano entrare nella rosa della prima squadra come Crecco e Rozzi. Anche Keita, che però ha subito una cosa della quale avevo paura sin dal primo giorno in cui è arrivato. Il ragazzo ha iniziato a perdere il senso della realtà, veniva allo stadio a vedere la partita senza aver mai giocato in prima squadra e stava mezz’ora a fare foto con i tifosi. Non voglio che non lo faccia, ma poi entrano altri meccanismi e la cosa non si può più controllare. Per giocare in una società come questa serve fatica e sudare. Perché questa maglia pesa”.

TRATTENERE LE STELLE – “Dopo la partita avevo come ospite il mio ex allenatore Otto Rehagel. Siamo andati a festeggiare insieme e mi ha dato un consiglio molto saggio: in una squadra non conta l’età, ma conta di avere la chimica giusta, un misto tra giocatori esperti e giovani. Solo così le cose possono essere fatte bene. Abbiamo parlato di Marchetti, Hernanes e Lulic. Per noi sono tutti incedibili, sono giocatori che servono alla società per dare continuità a un progetto che abbiamo in mente. Dobbiamo essere bravi a fare le cose nel momento giusto. La vittoria di domenica ci ha aiutato a nascondere le critiche, ma soprattutto mi ha aiutato ad avere stimoli per quello che facciamo. Ci può dare conferma che questo gruppo ha valore e qualità importanti. Ma voglio che non si ripetano certe situazioni che sono accadute negli ultimi anni, ossia mancare nei momenti cruciali. La gente diceva che non abbiamo ricambi, poi vai a contare i giocatori trovi 19-20 elementi di un certo valore più giovani aggregati alla prima squadra. Purtroppo ci sono dei limiti, non abbiamo possibilità di Milan, Juve o Inter. Anche io vorrei avere tante situazioni di un certo tipo, ma devo fare i conti con ciò che mi posso permettere. Dove abbiamo lacune dobbiamo essere bravi a intervenire. Lo sappiamo perfettamente. La cosa strana è che ti mancavano o tre difensori, o cinque centrocampisti o tre attaccanti. Mancavano nello stesso reparto più giocatori. In quel periodo abbiamo avuto fuori Brocchi, Hernanes, Mauri, Ederson e Onazi in coppa d’Africa. Mettiamo il caso che arrivi Felipe Anderson, ma possiamo dare a un ragazzo di 19 anni il peso del centrocampo? Se può arrivare un colpo importante? Stiamo molto attenti a tutto”.

RIMPIANTO YILMAZ – “Yilmaz alla Fiorentina? Sapevo di una proposta della Fiorentina per chiudere con Yilmaz. Purtroppo per una settimana abbiamo perso le tracce del procuratore del giocatore e poi abbiamo saputo che era in Russia per alzare l’asticella. In queste realtà si perde il senso della ragione. La volontà del ragazzo l’avete seguita voi stessi, ha fatto tante dichiarazioni d’amore alla Lazio. Purtroppo il suo futuro l’hanno deciso altri”.

RAPPORTO CON LOTITO E I CASI DIAKITE’, CAVANDA E ZARATE – “Partiamo dal presidente. Penso che il fatto di lavorare con lui vista dall’esterno è una cosa che ha un impatto differente. Il mio collega Walter Sabatini, domenica ha detto: “Sapete chi è il miglior presidente a difendere l’allenatore? Claudio Lotito”. È verissimo. Non entra mai nelle decisioni, non interferisce. Solo il sabato e la domenica vuole sapere quale sarà la squadra. In tutte le famiglie si litiga ma l’importante è avere stima per le persone i ruoli e le competenze”. Poi si parla di Zarate, Cavanda e Diakitè: “I tre sono casi differenti. Zarate ha una potenzialità unica, con tutti gli allenatori abbiamo sempre sperato che lui esplodesse in un modo importante perché il potenziale c’è. Il problema penso che riguardi lui stesso e il suo entourage. Per quanto riguarda Diakité e Cavanda io speravo che rimanessero perché sono cresciuti qui e potevano dare ancora tanto. Per capire perché se ne vanno basta vedere i vantaggi che ha il procuratore quando un giocatore va via a parametro zero. Fino a dicembre e gennaio sono stati tenuti in considerazione. Poi ci sono delle linee di comportamento, non sono mai stati maltrattati. Per andare avanti e diventare grandi abbiamo bisogno di una linea chiara. Uno deve capire che se fa bene riceve anche tanto. Dobbiamo parlare di altri casi e non parliamo dei contratti di Biava, Gonzalez, Lulic, Brocci, ecc. Quando dimostrano impegno la società lo riconosce sempre. Biava, Dias e Biglia? Biava ha rinnovato ieri il contratto per un’altra stagione. Dias ha il desiderio di tornare in Brasile già da un anno. Dobbiamo sederci a un tavolo per decidere il suo futuro. Biglia interessa molto alla Lazio e dobbiamo vedere come possiamo procedere su questa situazione. Se facciamo i compiti bene, c’è margine per fare le cose bene. Dobbiamo lavorare tantissimo in estate per raggiungere i nostri obiettivi. Dove si giocherà la Supercoppa? Si deciderà lunedì, secondo me sarà a Pechino. Un altro Yilmaz in arrivo? Permettetemi di dire che Yilmaz è tanta roba. Ma io vi dico una cosa: attenzione a Perea. Petkovic? E’ una persona molto umile, sono felice che abbia convinto tutti a Roma e in Italia. Siamo in piena linea come pianificazione e al momento opportuno vedremo cosa accadrà. Noi siamo felici con Petkovic e lui con noi”, ha concluso Tare.  

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