Nel segno di Lulic: la timidezza di chi ha fatto la storia

Una giocata che nessun tifoso laziale scorderà mai: Candreva con il destro per Mauri, passaggio di ritorno filtrante per l’esterno romano, cross di prima intenzione, deviazione di Lobont e gol di Lulic. E’ la giocata che farà la storia della Lazio, la giocata che innalza Senad Lulic ad eroe di Roma. Per capire cosa ha fatto avrà tempo, perchè come ha dichiarato lui stesso ancora non si è reso conto, ma certo qualcosa ha intuito “Quando cammino per strada i miei tifosi mi baciano il piede destro”. Non ha fretta l’esterno bosniaco, vuole godersi tutto questo affetto della sua gente. Senad è un ragazzo speciale, non ama le telecamere o stare al centro dell’attenzione tramite Tweet o dichiarazioni fuori luogo, ama parlare sul campo, con i fatti e quando capita con i gol. A SkySport gli fanno notare di aver siglato la rete più importante della storia dei derby, e non solo, ma lui non si scompone e  con la faccia di chi non vuole prendersi tutto il merito risponde “Qualcuno doveva pur farlo”. Verrebbe voglia di abbracciarlo, di coccolarlo per la sua timidezza e per il suo modo di fare così semplice di un ragazzo tanto umile. Ha esordito in Serie A a San Siro, in uno spettacolare Milan-Lazio finito 2-2 dove entrò in modo impacciato, ma fu subito decisivo con una diagonale su Cassano. Veniva da una cittadina lontana e sconosciuta: Mostar, in Bosnia, dove le bombe scandivano il passare del tempo durante il giorno come un orologio maledetto. Ora, come riporta il Corriere dello Sport, Senad ha scritto la storia, ma il suo primo pensiero è ancora una volta per gli altri, in particolare per il suo tecnico: “Sono contento per Petkovic, aveva già perso due finali di Coppa, io gli ho detto che la terza andava vinta per forza”. Una Coppa caro Lulic, che vale dieci volte di più delle altre due perse in Svizzera, il tempo ti sarà amico e ti accorgerai di quel che hai compiuto.