2013
Baronio, Orsi e Gregucci sul mercato: “Brava Lazio, ma serve ancora qualcosa”
Intervistato sule colonne dell’edizione romana de La Gazzetta dello Sport, l’ex biancoceleste Roberto Baronio ha espresso la sua opinione sul calciomercato della Lazio. A cominciare dai nuovi acquisti provenienti dal Sudamerica: “La chiave sarà il tempo che ci impiegheranno a capire la Serie A. Non li conosco molto, come non li conosce la tifoseria, ma se Tare e Lotito, soprattutto su Felipe Anderson, hanno insistito così tanto, vuol dire che di qualità ce n’è parecchia. Il brasiliano ha solo 20 anni, ma a sentirne parlare sembra già un veterano. Biglia? Con due centrocampisti dai piedi buoni, Petkovic potrà dare respiro a chi c’è già e avere più soluzioni.” Con una difesa a tre invece Anderson e Biglia non si troverebbero a proprio agio. “Quello dipenderà soprattutto dagli esterni più che dai difensori – prosegue – Dovessi dare una priorità per il mercato, direi proprio la difesa: Petkovic ha giocato spesso con una punta sola, Anderson può fare il trequartista, per un altro attaccante c’è tempo».
ORSI CONVINTO – “Sarà una Lazio con più qualità, più palleggiatrice – dichiara l’ex laziale Nando Orsi sulla rosea – Mi viene in mente il centrocampo della Fiorentina: ecco, la Lazio con Biglia, Hernanes e Ledesma ha sei piedi buonissimi. Quello che sta costruendo Lotito è un progetto intrigante: età media più bassa, due elementi per ruolo per giocare tre competizioni senza restare senza energie e, nel caso di Felipe Anderson, ventenni già titolari nelle loro squadre. Biglia toglierà spazio a Ledesma? Se tutti remano dalla stessa parte, ben venga. E poi chi lo ha detto che non possono giocare assieme?”
GREGUCCI ATTENDE – Più cauta invece l’opinione di un’altra vecchia conoscenza biancoceleste, Angelo Gregucci. “Se il mercato della Lazio sarà stato soddisfacente, lo dirò solo il 2 settembre; ora conta la strategia, e quella della Lazio mi sembra buona, anche se i nomi arrivati fin qui si conoscono poco. Mi piace questo ringiovanimento, ma i ragazzi vanno fatti giocare perché sono bravi, non solo perché sono giovani.”