Lazio, l’aspetto emotivo è determinante. La psicologa: “I giocatori hanno i loro problemi”

La prima di campionato contro l’Udinese ha messo in luce il punto debole della Lazio: l’aspetto psicologico. Infatti, dopo 55 minuti di dominio assoluto, il gol di Muriel ha trasformato i biancocelesti, che sono andati in tilt e hanno rischiato di perdere i tre punti conquistati grazie al gioiello di Hernanes ed al rigore calciato da Candreva. A tal proposito, la psicologa Francesca De Stefani, che dopo aver collaborato al Ravenna è passata al Cesena, è stata intervistata dal Corriere dello Sport. Queste le sue parole:

Quali spiegazioni può dare a questi black-out?

“Nella Lazio non ci sono cambi nell’organico o nel modulo tali da giustificare uno smarrimento”.

E allora?

“Può dipendere dalla preparazione”.

I calciatori della Lazio però hanno escluso che possa dipendere da una precaria condizione fisica.

“Spesso ci si scorda che la preparazione deve essere adeguata al tipo di gioco richiesto. Un campione come Llorente sta facendo fatica nella Juve perché non aveva mai avuto un approccio di lavoro simile”.

Possono esistere altre spiegazioni?

“Bisognerebbe interrogarsi sulle condizioni dell’ambiente emotivo, emozionale. Vanno prese in esame le dinamiche interne delle strutture societarie o questioni irrisolte dentro lo spogliatoio”.

Il coro ufficiale parla però di grande famiglia.

“In maniera maliziosa si potrebbe pensare che certe operazioni linguistiche corrette, vedi anche le scritte sulle maglie, servano a coprire qualcosa d’altro”.

I problemi sono sempre dietro l’angolo?

“Anche nel gruppo più coeso, bisogna tener presente che ci si trova davanti a oltre venti personalità con i loro problemi. Ricordo che la Roma, due stagioni dopo lo scudetto, visse una stagione molto deludente. Soltanto più tardi uscì fuori la notizia che in quell’anno cinque calciatori giallorossi si stavano divorziando”. 

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