2015

Abodi su Lotito: “Io cretino? La cosa che lui dice non è riferita solo a me, ma a tutta l’assemblea…”

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Andrea Abodi non la prende mai sul personale, mette i contenuti al primo posto. Ha letto l’intervista di Lotito al Corriere della Sera, quella in cui il presidente laziale si riferisce a lui chiamandolo «cretino». Rispode così: «E’ una frase che ha presupposti sbagliati, perché non è quella la riforma dei campionati che noi abbiamo in mente. La cosa che lui dice non è riferita solo a me ma a tutta l’assemblea. Lui dovrebbe sapere che da noi 22 club decidono tutto insieme. Lui parla da solo, io all’ultimo incontro ero accompagnato da 5 presidenti di B. Così si resta prigionieri degli insulti e non si risolvono le questioni. Dobbiamo preoccuparci di incrementare i fatturati di reputazione e credibilità per pensare di aumentare i ricavi». Prosegue Abodi, ieri ospite di Director’s Box su Fox Sports e corrieredellosport.it: «Il sistema ha bisogno di credibilità, reputazione, rispetto: certe affermazioni minano alle fondamenta questi presupposti. Non me ne faccio un problema personale, chi deve vigilare e giudicare potrà farlo». Il riferimento non è solo alle ultime esternazioni di Lotito. Se Marotta auspica l’intervento della politica, Abodi sostiene che il calcio «debba fare di tutto per uscirne da solo, più si dimostrerà autosufficiente più potrà restare autonomo. E’ il momento di dimostrare che l’accordo politico di agosto tra le quattro leghe abbia avuto un senso, oggi ancora di più». Il riferimento è alla convergenza sulla candidatura di Tavecchio. Sulle riforme: «C’è una lista di priorità che vanno affrontate. Altri Paesi ci sono arrivati prima e più efficacemente: lì chi arriva in prima divisione è sempre chi vince i campionati, in un sistema che ha sviluppato gli anticorpi per superare la sfida dei fatturati. Se chiediamo ai tifosi di tenere i giusti comportamenti, dobbiamo noi per prima dare l’esempio, anche nel linguaggio. Non stiamo dando una bella prova. E non va bene la messa in dubbio di tutto: ho un’idea di calcio e di sport profondamente diversa».

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