Campionato
Addio fattore campo, boom di segni “2”. In Serie A è festival del gol!
L’angolo statistico: niente più casa/trasferta, e in Serie A si segna come non mai…
Una pandemia improvvisa che ha avuto ripercussioni variegate sul mondo dello sport e del calcio. La Serie A che dallo scorso giugno ha riaperto i battenti ha conosciuto diverse novità strutturali, idonee non solo a manifestare variabili funzionali precauzionali o provvisorie, ad incidere sulla cornice, ma anche a rivoluzionare il sistema dall’interno. L’assenza del pubblico sugli spalti, i cinque cambi consentiti e le conseguenti rose extra-large, le conferenza stampa con domande contingentate, il caos dei tamponi, l’infermeria ad ostacolare le scelte tecniche degli allenatori. Inevitabilmente, il Covid-19 è andato a svalutare fortemente il “fattore campo”: giocare in casa può avere del senso in relazione alla struttura dei campi da gioco, ad un’abitudine di posizionamento sul rettangolo verde, ma non è più una discriminante essenziale a favore del club ospitante, tutt’altro. Al punto tale che l’UEFA si starebbe chiedendo – senza tuttavia aver in programma ulteriori modifiche ai regolamenti – quale ratio possa avere il maggior valore dei gol in trasferta nei turni ad eliminazione diretta di Champions ed Europa League, da anni considerato postulato assoluto e immodificabile delle competizioni internazionali.
Valutare l’impatto della mancanza delle tifoserie sui risultati conseguiti dalle rispettivi club esorbiterebbe probabilmente da ogni affidabilità, non potendosi ovviamente fabbricare ad hoc una relazione biunivoca tra la presenza di un dato numero di sostenitori e i tabellini delle gare, ma una cosa è certa: il dato relativo alle prime sette giornate tende ad evidenziare come – di fatto – l’attuale Serie A si stia giocando in campo neutro, vale a dire come il numero delle vittorie lontano dalle mura amiche sia esponenzialmente aumentato. Vediamo brevemente come.
Partiamo dalla stagione 2018/2019, che nelle prime sette giornate – col pubblico sugli spalti – aveva fatto registrare un dato in linea con le prime sette sfide delle due annate precedenti, vale a dire una sproporzione a vantaggio delle vittorie maturate in casa rispetto a quelle maturate fuori. Nei primi sette turni della Serie A 2018/2019 infatti le vittorie casalinghe erano state 36, quelle esterne solo 17: nemmeno la metà. Passiamo allo scorso anno e quindi alle prime settanta gare del campionato 2019/2020, giocatesi regolarmente con il pubblico essendo state disputate tra settembre e ottobre 2019. Il dato delle vittorie fuori casa era cresciuto (26 vittorie esterne) pur non eguagliando il dato dei segni “1”, che ammontavano a 30. Veniamo alla stagione in corso, e ai primi sette turni, con stadi desolatamente deserti, popolati al massimo da mille tifosi, quasi ovunque invitati dalle società. Alle 26 vittorie casalinghe fanno da contraltare ben 25 segni “2”: per la prima volta nell’ultimo quinquennio il dato delle vittorie casalinghe e quello delle vittorie esterne sono praticamente sovrapponibili (26 vs 25).
Apparentemente senza correlazioni con l’atipicità del periodo, il dato dei gol segnati in Serie A è comunque fragoroso. Quattro stagioni or sono, vale a dire nella stagione 2017/2018 i primi sette turni di A avevano portato in dote 199 reti messe a segno, mentre nelle prime sette giornate dell’annata calcistica 2018/2019 i gol complessivi siglati ammontavano a 183. Nelle due annate appena considerate, su 14 giornate totali soltanto quattro giornate avevano fatto registrare il superamento della soglia “30” alla voce” gol realizzati”: in cinque delle quattordici giornate non erano state superate le venticinque reti. Nella stagione scorsa, la 2019/2020, il totale delle prime sette giornate era di 193 gol, una media poco superiore ai due gol e mezzo a partita. Ma i numeri toccati in questo 2020/2021 non hanno precedenti. Le reti segnate infatti superano le due centinaia e ammontano precisamente a 242, sfiorando l’astronomica media di tre gol e mezzo a partita (3,457). In ben tre turni su sette è stata superata quota 40, e alla seconda giornata la media-gol-fatti ha sfiorato i quattro gol e mezzo a gara. Un unicum invece la settima e ultima giornata disputata, che ha visto mettere a segno dalle venti compagini della massima serie italiana soltanto 18 reti, cosa che nell’ultimo quinquennio era accaduta soltanto alla quinta giornata della Serie A 2019/2020. Nell’ultimo weekend infatti lo score è stato di ben tre 0-0 e sei pareggi, compreso quello dell’Olimpico (1-1) maturato in virtù dell’ennesima zampata al fotofinish di Caicedo contro la Juventus al 95’. Le porte chiuse, un minor rigore dal punto di vista tattico, meno volontà di speculare sui risultati, tecnici emergenti tendenti a giocare a viso aperto: plurime plausibili concause, che hanno reso questo avvio di campionato un vero e proprio festival del gol.