2014

Altra trasferta, altro tabù: ecco il Genoa, bestia nera della Lazio

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Dopo la sconfitta di San Siro con il Milan, dopo il convincente 3-0 all’Olimpico contro il Cesena, la terza giornata di campionato vedrà la Lazio impegnata a Marassi contro il Genoa. La vittoria di domenica ha dato entusiasmo a tutto l’ambiente, ad un popolo (almeno una buona parte) che ha ritrovato la voglia di riempire lo stadio, incitare la squadra. In campo, poi, non c’è stata storia. Una giornata di pura, vera lazialità. “Io penso già al Genoa“, ha assicurato Pioli al termine della partita contro i romagnoli. E quello contro i rossoblù non sarà affatto un test facile, non solo per il valore degli uomini di Gasperini, ma anche, e soprattutto, perché la Lazio non batte il club più antico d’Italia dal maggio del 2011.

TABÙ INFINITO – Una maledizione, un tabù. Chiamatelo come volete. Quel che è certo è che il Genoa è una vera e propria bestia nera per la Lazio. Iniziò tutto il 18 settembre 2011: all’Olimpico passa il Grifone, che ribalta il vantaggio iniziale di Sculli con le reti di Palacio e Kucka. Il ritorno a Marassi dice 3-2, esattamente come l’anno dopo. In mezzo lo 0-1 firmato Borriello. Chiudono il cerchio il doppio 0-2 dello scorso campionato: nella capitale decisero le reti ancora una volta di Kucka e quella di Fetzfatzidis, che si ripeterà 6 mesi più tardi in Liguria dopo il vantaggio di Gilardino. Numeri che devono per forza di cose mettere in guardia gli uomini di Pioli: 35 sconfitte, 11 vittorie e 12 pareggi. Questo il ruolino di marcia biancoceleste a Marassi. Il neo-tecnico Pioli non è riuscito a sfatare il tabù Milan a San Siro, chissà che non possa interrompere lo score di successi del Grifone.

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