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Amarildo: «Sono 34 anni che la Lazio canta il mio nome allo stadio ad ogni partita»
Amarildo: «Sono 34 anni che la Lazio canta il mio nome allo stadio ad ogni partita». Di seguito le parole dell’ex attaccante biancoceleste
Intervenuto ai microfoni di calciopedia.com, l’ex attaccante biancoceleste Amarildo, ha raccontato alcuni aneddoti sulla sua carriera alla Lazio. Le sue parole:
PAROLE– «Era il primo anno che la Lazio raggiungeva un punteggio migliore nel Campionato Italiano, dopo tanti, tanti anni. Lì ho incontrato Rubén Sosa , che era un attaccante della nazionale uruguaiana e divenne mio amico, e l’argentino Pedro Troglio , che è anche mio amico fino ad oggi e ha giocato ai Mondiali con Maradona. È stato un anno importante per me, anche perché sono 34 anni che la Lazio canta il mio nome allo stadio ad ogni partita. A quel tempo, i gol che ho segnato si sono davvero distinti. Quindi, quell’anno alla Lazio è stato molto speciale, per questo hanno ancora un affetto molto speciale per me »
DOPPIETTA AL NAPOLI– «Il Napoli era una squadra praticamente imbattibile. In effetti, erano campioni. Quella è stata l’ultima partita del girone di andata, sono arrivati con 16 partite di imbattibilità. Sono venuti a giocare allo stadio Flaminio, a Roma e abbiamo giocato, forse, la partita più bella del campionato italiano. Ho segnato il primo gol, Gabriele Pin ha segnato il secondo e io ho segnato il terzo. Avevamo fatto anche la quarta, ma il giudice l’ha annullata. È stata una vittoria epica, molto importante per il club. Dato che quell’anno Maradona era un idolo, il fatto che io abbia segnato due gol è stato molto importante per i tifosi laziali. Lo stadio Flaminio era pieno. Ho ricevuto ogni tipo di regalo che puoi immaginare, anche dei canarini mi hanno fatto. Ricordo fino ad oggi. Quindi, quella partita contro il Napoli di Maradona è stata forse il mio picco alla Lazio »
SQUADRA DI SARRI– «Sono molto contento per la stagione della Lazio. Siamo contenti di vedere la Lazio raggiungere un livello del genere. A gennaio andrò in Italia per fare uno stage con Maurizio Sarri. Quindi per me è importante vedere la Lazio lassù, al secondo posto in campionato. Ho parlato con loro per poter trascorrere un periodo dal prossimo dicembre, per poter stare lì almeno una settimana facendo questo stage. Non si sono opposti »
PROGETTO DI AMARILDO– «Ho avuto ottime esperienze nel campionato spagnolo e nel campionato italiano. Ho sempre dato una Bibbia all’avversario. Era un modo per esprimere la mia gratitudine a Dio. Quindi, ho avuto questo modo di esprimere il mio amore per Dio dando all’avversario una Bibbia. E, quell’anno, fui il primo atleta professionista a dichiarare pubblicamente, all’interno dello stadio, che Gesù era il mio salvatore, senza prendere alcun tipo di religione, peso, dogma all’interno del club. E lì la mia storia è stata segnata, perché, all’inizio, hanno pensato che fosse strano per me dare una Bibbia al mio avversario. Ma poi hanno cominciato a capire il progetto di Dio nella vita degli italiani, nella vita degli atleti. Sono stato il primo Atleta di Cristo, in un’intera generazione, ad arrivare nel paese quell’anno. Non c’è mai stato un atleta che si sia dichiarato pubblicamente, e oggi sono più di 500 gli atleti, allenatori e preparatori atletici convertiti. Ne sono felice. Ho amici italiani che ne fanno parte. Felipe Anderson, che gioca nella Lazio, è un atleta cristiano. Anche l’attaccante del Milan, Olivier Giroud, è cristiano. Quindi sono atleti di riferimento, giusto? E anche i miei amici, che si sono convertiti subito dopo che ho lasciato il Paese. Ho un’amicizia molto forte in Italia. Sono molto grato a Dio per gli amici che ho fatto dentro e fuori da internet»