Editoriale
L’ANALISI DEL GIORNO DOPO – Lazio, mancò la fortuna e…uno stadio pieno
L’analisi dell’andata dei sedicesimi di finale di Europa League tra Lazio e Siviglia, terminata con il risultato di 0-1
Infortuni su infortuni, notizie brutte che diventano pessime. Il cronometro che piano piano si avvicinava al triplice fischio dell’arbitro, visto come una sorta di traguardo da raggiungere, seppur con un risultato non positivo. Già dal minuto 2 si era capito come sarebbe andata a finire; Parolo salta di testa e nel ricadere la caviglia gli si gira. Sembrava essersi ripreso ma dopo quattro giri di lancette cade nuovamente sulla parte infortunata. Resiste fino all’intervallo stringendo i denti, ma poi deve alzare bandiera bianca. Un minuto prima di lui aveva abbandonato Luis Alberto, fermo per l’ennesimo stop muscolare. Per lui non era una partita come tutte le altre e lo stress psicologico, non lo ha aiutato. Lo spagnolo era visibilmente nervoso, tant’è che l’arbitro lo aveva già salvato da un’ammonizione, dopo che lui aveva scaraventato un pallone in tribuna Tevere. Come se non bastassero i tanti problemi, agli infortunati si aggiunge anche Bastos, costringendo Inzaghi a rischiare Luiz Felipe reduce anche lui da uno stiramento. Questo quadro tragicomico porta alla fine, la Lazio e i suoi tifosi a tenersi stretto il risultato di 0-1, unica nota positiva della serata. Vedendo lo svolgimento della gara infatti, poteva finire molto peggio. Seppur con gli uomini contati, c’è da scommettere che Inzaghi e i suoi ragazzi venderanno cara la pelle anche al ritorno.
DANNI LIMITATI – Per come si era messa, un solo gol da recuperare è una buona notizia in vista di mercoledì. Non sarà facile, anzi tutt’altro, ma la Lazio può ancora sperare. Il Siviglia ieri sera ha fatto vedere di che pasta è fatto: una squadra unita, compatta, tecnica, fisica. Non hanno concesso niente in fase difensiva, mentre davanti se fossero stati più cinici, avrebbero già potuto chiudere il discorso qualificazione. Non sarà facile per la Lazio andare ad espugnare il Sánchez Pizjuán, un vero e proprio fortino per gli andalusi. Dopo essere riusciti a limitare i danni in casa, i biancocelesti hanno l’obbligo tra cinque giorni di provare a ribaltare il risultato. L’urna non è stata certo benevola nei confronti della Lazio, riservandole probabilmente il peggior avversario possibile. Il Siviglia dal 2013 ad oggi ha vinto tre volte questa competizione e se dovesse approdare agli ottavi eliminando i capitolini, si candiderebbe per un’altra vittoria. I biancocelesti rimaneggiatissimi hanno provato a fare quello che potevano; Inzaghi disse mercoledì che l’importante era non prendere gol, infatti l’atteggiamento iniziale era abbastanza difensivo. La Lazio aspettava il Siviglia, cercando di colpirla in contropiede. Sull’azione del gol però è successo il contrario, con Lulic che ha perso un pallone sanguinoso, inoltre poi non ha commesso fallo a limite dell’area, consentendo agli andalusi di andare in vantaggio. Un errore banale, ma che poteva capitare anche più avanti vedendo le tante occasioni avute dagli ospiti. Dopo i due cambi per infortunio, la Lazio ha messo ancor più intelligenza nella partita, cercando di fare quello che era nelle proprie possibilità e niente più. Tre sostituzioni obbligate ed esaurite al 57’, hanno messo il freno alle ambizioni di pareggiare a tutti costi una partita nata maledetta.
POCO PUBBLICO – La Lazio non merita questo pubblico! C’è poco da dire, poco da interpretare. Non si sentano offesi i presenti, a cui va fatto l’ennesimo applauso per non aver lasciato sola la squadra in una partita importante. Presentarsi con 20.000 spettatori o poco più ad un sedicesimo di finale di andata di Europa League, è semplicemente una vergogna. Non esistono altre parole che meglio possono rendere il concetto. Basta nascondersi dietro l’alibi dell’orario, se la partita si fosse giocata alle 21:00, al massimo potevano esserci 10.000 spettatori in più ed arrivare così a 30.000. La cornice di pubblico anche in quel caso sarebbe stata non sufficiente per un appuntamento così importante. Puntualmente la Lazio ad ogni trasferta europea si trova a lottare nello stadio di turno, gremito e carico per l’occasione. L’anno scorso a Salisburgo la differenza l’hanno fatta i tifosi, così come successe nell’andata dell’Olimpico, in una delle partite più emozionanti della stagione. Quello è un pubblico degno di tifare la Lazio. Per fortuna il famoso “zoccolo duro” fa per se e per gli altri che hanno deciso ingiustificatamente di disertare lo stadio. Ce n’erano 20.000 ma come il solito sono sembrati 40.000. Nel finale la spinta della Curva Nord e degli altri settori ha aiutato la squadra a resistere, nonostante le forze non ci fossero più. Il pubblico fa tanto e soprattutto nelle doppie sfida andata e ritorno, può recitare un ruolo fondamentale. Infortuni, poca affluenza allo stadio, calendario fitto tra impegni propri e del rugby. Alla Lazio in questo periodo non ne va bene una. Genoa, Siviglia e poi Milan. Tre impegni per tre obiettivi diversi e con gli uomini contati. Se non l’aiutano i tifosi questa squadra, chi può farlo?