2014

Anche con un’altra maglia sarai sempre il ‘nostro’ Profeta…

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È finita. E ci pensi sempre, come tutte le grandi storie d’amore. Nodo alla gola, la sensazione che manchi qualcosa, la sensazione che hai perso qualcosa. Qualcosa di grande, magico, imprescindibile. Per certi versi ti senti triste, malinconico, perché insieme a lui hai condiviso cose grandi. Insieme a lui hai gioito per la vittoria più grande della storia della Lazio. Lo hai acclamato, incitato, e a volte perché no, anche fischiato. Hai esultato con lui, hai pianto con lui. Lo hai difeso, lo hai trattato come il fuoriclasse che era. Guai a chi te lo toccava, era “solo” il tuo profeta. È arrivato dal Brasile da sconosciuto, a Roma è diventato un Re. Ha conquistato la nazionale con te, ha vinto e segnato, nei derby, con te. È diventato un punto di riferimento per te, come tutti noi lo siamo diventati per lui. Lo hai mostrato al Mondo intero, uno così non ce lo avevano in molti. Maglia numero 8, sorriso stampato in faccia. Una tecnica incredibile. Destro, sinistro, che differenza fa. Punizioni, tiri da fuori. Il doppio passo è il suo marchio. Ragazzo buono, carattere solare, altruista. Grande, grandissimo e immenso campione. Uno dei più grandi della nostra storia. Un uomo che ha avuto il coraggio di rivelare le proprie scelte, di abbandonare la cosa che amava, la gente che amava. Per qualcosa che lui reputava giusto fare. Per andare a vincere. Perché qua è difficile, ha ragione lui. Qui più di una Coppa Italia non si può vincere. Ad oggi. La sua gente non lo voleva perdere. Ha contestato Lotito, ha contestato Tare. Ha contestato qualsiasi cosa che non sia lui. Lui no. Lui non si contesta. Lui non si tocca. Seppur abbia scelto l’Inter. Seppur non sia più della Lazio. Perché in fondo Hernanes, sarà sempre il nostro Profeta.

Gianmarco Liberati – Lazionews24.com

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