2015

Ancora un super Mauri: carica da capitano vero e un gol da record

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Un capitano vero parla così: “Guardate i tifosi negli occhi, capirete cos’è il derby”. Guardateli, ha detto Mauri ai suoi compagni sotto la Nord, nel riscaldamento. I tifosi avevano gli occhi da tigre, la Lazio ha assorbito quello sguardo. Guardate questo Mauri a 35 anni. Un gol in spaccata, un tacco-assist per Felipe Anderson, un palo che ancora trema, doveva essere gol: «Sarebbe cambiata di nuovo la partita, ma la palla è finita sul palo, rimane l’amaro in bocca. Ci va stretto il pareggio, lo accettiamo e guardiamo avanti». Guardate questo Mauri, guardate i suoi occhi, guardate i suoi numeri. Sette reti in campionato ad una giornata dalla conclusione del girone di andata. Sette reti come nel 2003-04, giocava nel Brescia, giocava con Roberto Baggio. E’ un capitano giovane nello spirito, vecchio (si fa per dire) solo sulla carta d’identità (i 35 anni li ha compiuti giovedì scorso). Sentite Mauri, sentite dove vuole arrivare: «Il terzo posto è il nostro obiettivo, dobbiamo continuare a lavorare e a fare bene per conquistarlo. Ci abbiamo sempre creduto dall’inizio, già in ritiro. Stiamo affrontando ogni gara a viso aperto, abbiamo cambiato mentalità rispetto all’anno scorso. Mettiamo in difficoltà gli avversari e segnamo parecchi gol». Mauri segna quanto un bomber, quanto Djordjevic (sette reti). Mauri segna come non ha mai segnato con la maglia della Lazio. Mauri segna spesso nel derby, ha firmato la sua terza rete. Nelle ultime tre occasioni, quando è partito titolare e capitano, ha sempre segnato alla Roma (4 marzo 2012, 11 novembre 2012, 11 gennaio 2015). E’ un falso nueve solo per modo di dire, sa fare il centravanti. Lui e Felipe Anderson sono una coppia bellissima, nelle ultime tre gare del 2014 avevano segnato sei reti, nel 2015 continuano a colpire: «Ormai abbiamo raggiunto una bella maturità e abbiamo dimostrato di potercela giocare con tutti. Nelle ultime partite abbiamo fatto risultati positivi, dobbiamo guardare avanti. Siamo delusi per il pareggio perché volevamo vincere. Ora guardiamo alla partita di Coppa e poi al Napoli». Il segreto del successo? Non c’è una ricetta magica. Mauri, tra il 4-3-3 e il 4-2-3-1, peferisce non votare: «Il modulo conta fino a un certo punto, l’importante è interpretare bene il gioco per mettere in difficoltà gli avversari, con movimenti in campo e occupando gli spazi vuoti». L’analisi della gara è semplice: «Loro pressavano e ripartivano, noi siamo stati bravi prendendo un palo oltre ad aver creato una grande occasione con Klose, alla fine penso che avremmo meritato di vincere. Il campionato è ancora lungo, c’è tanto da lavorare e da migliorare».

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