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Arrigo Sacchi: «Nella Lazio si vede l’idea di imporre la propria personalità, di fare la partita»
Arrigo Sacchi: «Nella Lazio si vede l’idea di imporre la propria personalità, di fare la partita». Le parole dell’ex allenatore e dirigente sportivo
Arrigo Sacchi ha voluto analizzare la partita che si giocherà domani tra Lazio e Atalanta all’Olimpico soffermandosi anche sui due allenatori Sarri e Gasperini. Ecco cosa ha riportato la rassegna stampa di Radiosei:
SARRI E GASPERINI-«Sarri è un allenatore che sa dare un gioco alle squadre, la rosa è un po’ corta. Gasperini è un tecnico che chiede aggressività, pressing. Le sue squadre sono sempre molto fisiche. Stiamo parlando di due strateghi, non certo di due tattici che si preoccupano solo dell’avversario e poi vada come vada. Loro studiano il modo per mettere in difficoltà il nemico. Preparano la partita in modo meticoloso. Si preoccupano di imporre il loro gioco, di trovare gli spazi per mandare in tilt le difese. Modelli Il Napoli di Sarri e l’Atalanta di Gasperini di qualche anno fa sono stati modelli che andrebbero studiati a Coverciano. Il leader della Lazio e il leader dell’Atalanta è difficilmente individuabile in un solo uomo, perché è il gioco ad essere al centro del sistema degli allenatori »
SULLA DIFESA DI LAZIO E ATALANTA– «La retroguardia della Lazio è sempre a zona, in linea. L’organizzazione del reparto è buona, i giocatori si muovono in modo compatto. A volte c’è qualche sbandamento, ma sono cose che possono succedere. Anche quando guidava l’Empoli, e fu allora che io lo consigliai a Berlusconi per il Milan. Una linea a quattro deve muoversi come una fisarmonica, non si può sbagliare neanche un passo. È un blocco unico che si deve stendere sul campo e muoversi a seconda di dove si trova il pallone. Gasperini a volte si piazza a 3 e a volte a 4. Punta molto sulla forza fisica e sulla potenza. Non ha paura dell’uno-contro-uno, talvolta ha giocato persino a sistema puro, uomo contro uomo, e se l’è cavata benissimo. Contro la Lazio dovranno rubare il tempo agli avversari e attaccare subito la profondità»
SOSTITUZIONI-«Sia Sarri sia Gasperini, durante la sfida, non intervengono con cambi che possano stravolgere la fisionomia delle loro squadre. Di solito utilizzano qualche accorgimento, le loro squadre hanno identità precise e non c’è bisogno di ritoccarle. Al massimo, e lo fanno entrambi, sfruttano tutte le cinque sostituzioni. La rosa di Gasperini è più ampia rispetto a quella di Sarri ma entrambi hanno chi può dare una sterzata alla partita, come Felipe Anderson e Boga. Il traguardo che si pongono sia Sarri sia Gasperini è arrivare all’interiorizzazione: i giocatori hanno la manovra talmente nelle loro teste che ormai la eseguono a memoria »
IL GIOCO DELLE DUE SQUADRE– «La fase offensiva di Sarri è basata sulla velocità, sugli incroci, sugli interscambi tra i giocatori e sulla tecnica. La sua è un’orchestra che suona, più che una squadra di calcio. Nella Lazio si vede l’idea di imporre la propria personalità, di fare la partita. L’Atalanta invece aggredisce, pressa, ruba il pallone e riparte. Questo lo può fare perché ha ragazzi fisicamente forti, potenti, che hanno energie nelle gambe e sono disponibili a sacrificarsi. Sanno attaccare bene gli spazi, vanno spesso senza palla e creano superiorità numerica in fase offensiva»