2015
Assoluzione Irriducibili, Cragnotti ha negato di aver subito pressioni
L’assoluzione dei capi dello storico gruppo ultrà degli Irriducibili sentenziata dalla sesta sezione penale del Tribunale di Roma, con sentenza di martedì scorso, ha lasciato diversi quesiti aperti. Come mai lo stesso gruppo di persone condannate per reati simili (tentata estorsione nei confronti nella Lazio) nel processo cosiddetto Lotito in questa occasione sono stati invece assolti anche dall’accusa per associazione a delinquere? La risposta arriva dalle motivazioni della stessa sentenza, depositate ieri dal presidente Francesca Russo (giudici a latere Maria Cristina Muccari ed Elena Scozzarella), e riportate quest’oggi dall’edizione odierna della Gazzetta dello Sport. La maggior parte dei reati (diffamazione, minacce) sono andate prescritte e per questo motivo l’hanno fatta franca Fabrizio Piscitelli (in carcere per altri reati), Yuri Alviti, Paolo Arcivieri, Fabrizio Toffolo (questi 4 tutti condannati nel processo Lotito in primo grado) e Stefano Marinelli, oltre a Ermanno Pansa e Gaspare Carista (loro non imputati di associazione a delinquere). Sull’accusa più grave dell’estorsione invece i giudici hanno assolto «perché il fatto non sussiste», perché «sulla scorta delle deposizioni dei soggetti indicati in imputazioni – recita la sentenza – come persone offese, l’ipotesi accusatoria non ha trovato conferma posto che Cragnotti Sergio, Cragnotti Massimo e Cragnotti Elisabetta, hanno dichiarato di non aver subìto alcuna pressione o minaccia da parte degli imputati». Dunque i Cragnotti – che non hanno mai denunciato gli Irriducibili, ma soltanto presentato generici esposti per danneggiamenti del centro di Formello — hanno fatto cadere l’accusa. Poi alla guida della Lazio è arrivato Claudio Lotito che ha denunciato il gruppo ultrà: ecco perché in quell’altro processo le condanne sono arrivate.