2015

Ballotta: “Se il tiro di Djordjevic fosse andato dentro… Derby? Bisogna giocarla per capire cosa significa”

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Marco Ballotta, ex portiere della Lazio, ha parlato in esclusiva a SportPaper.it della finale di Coppa Italia giocata ieri (persa dai biancocelesti ai supplementari contro la Juventus) e del derby capitolino che si disputerà lunedì alle 18.

Alla fine la Coppa Italia non è arrivata, ma questa Lazio dimostra ancora una volta il suo valore.
«La Lazio si sta comportando bene da inizio stagione, ha sbagliato pochissime partite perché la squadra è cresciuta e continua a farlo. Lo ha dimostrato anche ieri in una partita delicata contro un’avversaria fortissima come la Juventus, che ha vinto il campionato ed è in finale di Champions League. La squadra di Pioli ha tenuto testa senza problemi, e se quel tiro di Djordjevic fosse andato dentro invece di sbattere due volte sul palo sarebbero cambiate le sorti della partita e potevano vincere la Coppa Italia. È girata male, ma i biancocelesti sono una squadra più che in salute e lo hanno dimostrato lungo tutto il campionato. Lunedì si giocherà una partita decisiva e se la giocano con questo spirito e questa determinazione daranno sicuramente filo da torcere alla Roma».

Ha toccato l’argomento derby: che partita sarà?
«È derby ed in quanto tale non si sa mai come può finire, è sempre una partita particolare che attraverso un episodio può sorridere ad una parte piuttosto che ad un’altra. Personalmente vedo un po’ più in forma la Lazio, ma non bisogna vedere troppo chi sta meglio né lanciarsi in pronostici. La squadra biancoceleste deve solo giocare come sta facendo ultimamente, dopo c’è da sperare che le cose vadano bene e basta».

Ricorda qualche Lazio-Roma in particolare?
«Sono sempre partite speciali per un giocatore, poi magari uno ricorda meglio quelli vinti ma non è così. Bisogna giocarla per capire cosa significa questa gara: come la vive la città, il clima della settimana che precede l’incontro… ci sono sempre tensioni e attenzioni diverse».

Si aspettava un lavoro così importante da Stefano Pioli?
«Non mi ha sorpreso. Lo conoscevo già, però è cresciuto tanto, ha fatto la sua gavetta e la Lazio gli ha dato la possibilità di allenare una squadra in grado di lottare per traguardi ambiziosi. Lui si è giocato la carta benissimo e ha dimostrato di essere pronto per grandi squadre. Ha gestito bene lo spogliatoio, quando sono stati chiamati in causa tutti i giocatori hanno dato il loro apporto. Questo è sintomo di una crescita importante: vedo lui, Montella e qualche altro di Serie A pronti a fare il grande salto».

Le piacerebbe tornare alla Lazio? Possiamo definirla un “malato di calcio”…
«Il calcio è stato tutta la mia vita, sono in questo ambiente da più di trent’anni e credo di poter dare una mano soprattutto in momenti del genere, quando i problemi sono dietro l’angolo. C’è bisogno di uomini di calcio per fare un po’ di pulizia. Sul ritorno alla Lazio perché no, magari! Ci fu un approccio appena smesso, poi non se n’è fatto niente e non ci siamo più sentiti. Di certo, il calcio attira molto la mia attenzione e mi piacerebbe».

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