2014

Basta, niente più buchi a destra

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Non dice basta, si chiama Basta. Dicono di lui: corre più del pallone e non si stanca mai, è un turbo che non consuma. Lo chiamano così: “Furia Bionda”. Chioma lucente e scatto felino, ci sa mettere lo zampino, qualche golletto lo garantisce (nel 2011-12 fu vice-capocannoniere a Udine (5 gol, è il suo record). Nella Serbia è compare di Djordjevic e Kolarov (è un esponente di fascia opposta). Ecco Dusan Basta, il primo volto nuovo della Lazio 2014-15. E’ a Roma da ieri, stamane sarà in Paideia per effettuare le visite mediche di routine. E’ stato il secondo acquisto della prossima annata, si presenta per primo, sarà per la velocità. Basta è il nuovo proprietario della fascia destra, in pratica ha scalzato Konko, esterno sempre claudicante. A destra serviva una svolta, è arrivata. Basta, 30 anni il 18 agosto, da tempo si distingue come uno degli esterni più affidabili e più continui della serie A, tra quelli col rendimento più alto. E’ un esterno d’attacco, dà il meglio dal centrocampo in avanti, sa adattarsi da terzino basso, ma la propulsione consiglia il suo impiego ad altitudini diverse. Pioli, cultore delle fasce laterali sin dal suo esordio da allenatore, se lo terrà stretto, può garantirgli corse e rincorse, pressing e assalti. Dusan Basta firmerà un contratto di quattro anni (circa 700 mila euro di ingaggio), è stato trattato con l’Udinese nell’ambito dell’operazione Candreva: affari slegati, ma pur sempre correlati. In tutto sono stati sborsati 16 milioni di euro (circa 6 milioni è la valutazione dell’esterno serbo).

Si punta su Basta, sugli sprint che genera, sulle sue accelerazioni fulminee per rinforzare la corsia destra, negli ultimi anni è stata in balia degli eventi. Konko, Cavanda e Pereirinha, per un motivo o per un altro, hanno creato sbilanciamenti, scompensi, buchi e vuoti penalizzanti. Basta arrivò in Italia dalla Stella Rossa, lo pescò l’Udinese. Come riporta il Corriere dello Sport, l’inizio fu deludente, fu prestato al Lecce, rientrò alla base da protagonista. A Belgrado lo lanciò Walter Zenga, in Italia l’hanno plasmato Pasquale Marino, Luigi De Canio e il maestro Guidolin (lo sganciava come una molla nel 3-5-2). In Nazionale ha incrociato Sinisa Mihajlovic. Pasquale Marino di recente ha raccontato che al rientro da Lecce «pensavamo di mandarlo a giocare in un club dove potesse avere più spazio invece in ritiro sembrava un altro giocatore. Aveva diverse richieste, un giorno mi venne a parlare e mi chiese la sua situazione, gli dissi che a Udine poteva rimanere. Iniziò a giocare da titolare, uscì solo per un infortunio». Basta ci ha sempre creduto. Ha superato avversità di vario tipo, soprattutto ha vinto riprendendosi dopo due infortuni gravi: il primo lo subì in un derby tra Stella Rossa e Partizan Belgrado, si fece male ad un braccio (si racconta che rischiò addirittura di perderlo), si procurò una frattura serissima. Il secondo stop avvenne in Italia, rimase fuori un anno a causa di una borsite tendinea calcaneare (tendine d’Achille), servì l’operazione. Non s’è fatto mancare nulla, non s’è fatto fermare da niente e nessuno, ha ripreso la sua strada, di corsa, così è abituato a fare. Il suo cognome non è mai stato un destino né un impedimento, il suo karma l’ha sempre spinto ad andare avanti, ad accelerare per superarsi, per saltare ostacoli su ostacoli, uno dopo l’altro. Non dice basta, potete solo chiamarlo così.

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