Archivio
Biava: «La Lazio ha una grande difesa, ma Inzaghi…»
L’ex difensore biancoceleste, Giuseppe Biava, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel (233 di Sky), per parlare del momento della Lazio, iniziando da quello che in carriera è stato il suo ruolo, la difesa: «Wallace è un buon giocatore, nel derby ha commesso un errore: era meglio se non lo avesse fatto, ma capita. Ha dimostrato di essere un buon difensore, sta facendo bene, nelle precedenti gare ha sopperito al meglio all’assenza di de Vrij. L’olandese è il gioiello difensivo della Lazio. Chi gioca al suo fianco ne trae sempre benefici. Lui e il brasiliano, se stanno bene, blindano la porta biancoceleste, anche grazie al lavoro dei terzini. Dietro tutto deve filare sempre liscio e preciso, se tre difensori fanno un movimento e uno no, potrebbero crearsi occasioni per gli avversari. La difesa deve muoversi in base agli avversari e alla palla. A volte serve l’istinto, ma in genere il tutto deve essere abbastanza ragionato». Poi sul ruolo in Italia e in Europa: «I centrali stranieri, quando arrivano in Italia, devono imparare molto dal punto di vista tattico. Qui i movimenti vengono curati molto, all’estero, invece, le squadre cercano sempre di giocare, lasciano spesso i difensori uno contro uno con l’avversario. Magari puoi fare loro un gol, ma sono abituati a scendere in campo a viso aperto, non si chiudono ami. Al giorno d’oggi, però, l’Italia ha insegnato e anche all’estero vediamo sempre più difensori belli tosti sull’uomo, abili nell’uno contro uno e nei movimenti. Ormai ai difensori piace andare in avanti e trovare la via del gol. Se uno ha tempismo, intuito e fortuna, può siglare fare rete. Un difensore però deve prima pensare a non subire, se poi riesce a segnare un paio di gol, ben venga. Wallace è uno che la sua occasione da palla inattiva se la crea sempre, anche de Vrij è abbastanza pericoloso, Radu all’inizio non segnava molto ma ora qualche gol da fuori o sulle spizzate di testa sul primo palo ha iniziato a farli. Il romeno forse all’inizio si sentiva un po’ più difensore, lui spingeva meno rispetto a Lichtsteiner o Konko e spesso in fase di possesso avevamo una difesa a tre. Poi, con Petkovic, ha iniziato a spingere un po’ di più e ha segnato gol belli con Pescara e Sassuolo: da lì ha preso convinzione. Prima era l’ultimo uomo sugli angoli a nostro favore, ora invece sale e qualche gol di testa lo ha trovato». Infine un giudizio in generale: «La rosa biancoceleste è composta da centrali tutti di buon livello, Bastos nelle prime partite aveva fatto bene; Hoedt è qui da oltre un anno, è ancora giovane ma è migliorato tanto e può crescere ulteriormente. È un bel quartetto; Inzaghi può scegliere al meglio. Se sta bene, de Vrij è l’inamovibile, poi gli altri tre ruotano con anche Radu che può dare una mano. I soli tre gol subiti nei primi tempi testimoniano quanto il tecnico sia bravo a preparare la partita. Nei primi minuti rischi di scendere in campo un po’ sovrappensiero o di prendere l’avversario sotto gamba. Questa statistica, dice invece che la Lazio entra sul terreno di gioco sempre convinta sin dal fischio d’inizio».