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Biava: «26 maggio ricordo indelebile, nessuno potrà mai togliere quel giorno dalla nostra memoria»

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Giuseppe Biava e il 26 maggio: «Eravamo convinti dei nostri mezzi, per fortuna è andata bene»

«Sono passati già quattro anni dal 26 maggio, ma resterà per sempre un bellissimo ricordo per tutto il popolo biancoceleste»così Giuseppe Biava ex difensore della Lazio che ai microfoni di Lazio Style Radio ha raccontato alcuni aneddoti sulla finale di Coppa Italia del 2013: «A quella finale siamo approdati a gennaio e, dopo aver superato la Juventus in semifinale, attendevamo il risultato di Inter-Roma. Conosciuto l’esito di questa sfida, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che dovevamo vincere per forza. Conoscevamo l’importanza di quella gara, non era una stracittadina qualsiasi, era il derby: per la prima volta ci si contendeva un trofeo. Sarebbe stato triste perdere quella finale. Eravamo convinti dei nostri mezzi ed alla fine è andata bene. Abbiamo vinto sin dal momento della coreografia. Dopo una settimana di ritiro abbiamo trovato i tifosi a Formello e la loro carica è stata decisiva, ha rappresentato una motivazione in più. Davanti al video emozionale tanti di noi hanno pianto, me compreso. Il 26 maggio abbiamo giocato per vincere, come accadeva per ogni derby. Resta indelebile aver regalato un’emozione simile ai tifosi laziali; prima della partita avevamo capito l’importanza di questa finale. Dopo aver vinto, abbiamo inteso anche il valore del trionfo ottenuto. La posta in palio era molto alta e non si poteva sbagliar nulla. Infatti, entrambe le squadre il 26 maggio avevano paura di prestare il fianco all’avversario rendendo brutta la sfida. La meritammo comunque noi. Custodisco ancora oggi le maglie che ci regalarono il 26 maggio, ogni tanto le riguardo per ricordare quel giorno. È bello essere ancora ricordati da tutti i tifosi della Prima Squadra della Capitale. Nessuno potrà mai toglierci quel giorno dalla nostra memoria: per un calciatore non c’è cosa migliore di lasciare un ricordo simile nelle menti dei nostri tifosi».

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