2014
Biglia: “Giocare in Serie A era il mio sogno. La Lazio non deve porsi limiti, neppure quello dello scudetto”
Lucas Biglia, vice campione del mondo con la sua Argentina, è pronto per la nuova stagione in biancoceleste. E a La Gazzetta dello Sport ha rilasciato un’intervista parlando della sua carriera, del suo arrivo in Italia e dell’Argentina.
Un mese dopo la finale di Rio la delusione prevale ancora sulla soddisfazione di avere comunque centrato un risultato storico?
“In Argentina ci hanno trattato come se avessimo vinto. E’ stato commovente. Però la delusione per aver solo sfiorato la Coppa ce la porteremo dietro a lungo“.
Che le ha detto Klose?
“Mi ha abbracciato dopo la finale, non lo dimenticherò mai. Mi ha ricordato che lui una cosa del genere, l’ha vissuta nel 2002. E mi ha augurato di cancellarla con una vittoria. Come ha fatto lui“.
Ci riproverete con un nuovo c.t., Tata Martino. Contento?
“Mi spiace per Sabella, ma non se la sentiva di andare avanti. Martino è un grande allenatore, la Seleccion finisce in buone mani».
Lei ha passaporto italiano“.
Se l’Argentina non l’avesse chiamata avrebbe accettato di indossare la maglia azzurra?
“Sarebbe stato un onore. I miei avi sono italiani, si trasferirono in Argentina dalla Toscana. Mi sento anche italiano“.
La Serie A era quindi nel suo destino:
“Giocare nel vostro campionato era il mio sogno. Esserci riuscito grazie alla Lazio è un ulteriore motivo di orgoglio, visto che è molto conosciuta nel mio Paese“.
Merito della Lazi-Argentina di fine anni 90. Questa Lazio può eguagliarla?
“Penso che in prospettiva la Lazio non debba porsi limiti, neppure quello dello scudetto. Sono venuto in Italia con quell’obiettivo. Spero di poterlo centrare con la Lazio“.
Dopo un anno d’Italia si sente più completo?
“Sì. Da voi si gioca il calcio più difficile. I primi mesi sono stati duri, poi con Reja è andata molto meglio“.
Ora Pioli. Prime impressioni?
“Ottime. E’ una persona diretta. E vuole fare un calcio aggressivo, come piace a me“.
Da Pioli a Lotito. Il presidente è sempre nell’occhio del ciclone..
“Ma io non posso che parlarne bene. Mi ha permesso di coronare il sogno di giocare in Italia. In quanto alla frattura con i tifosi sta a noi riportarli allo stadio“.
Ce la farete? Come colloca la Lazio nella griglia di partenza del prossimo campionato?
“La Juve resta la più forte. Poi c’è un gruppo di 5-6 squadre che la può insidiare. Noi dobbiamo far parte di questo gruppo”.
Favorita, quindi, la Juve del suo connazionale Tevez. Non era il caso di portarlo in Brasile?
“E’ stata una scelta di Sabella. Se avessimo vinto il Mondiale nessuno avrebbe avuto nulla da ridire. Però è anche vero che uno come Tevez poteva far comodo“.
Voi argentini avete la copertina delle principali squadre italiane. Tevez-Juve, Higuain-Napoli, Palacio-Inter, Iturbe-Roma. Chi vince?
“Tutti grandi campioni. E tutte grandi squadre. Lotteranno per i primi posti. Insieme con Milan, Fiorentina e speriamo anche Lazio“.
Da un po’ di tempo, però, l’argentino più importante d’Italia non è un calciatore..
“Si riferisce al Papa? Persona straordinaria. Per noi è un motivo di grande orgoglio. Ho avuto modo di incontrarlo prima di Italia-Argentina. Spero di avere presto una nuova udienza con la mia famiglia. E’ una speranza per l’umanità e anche per il mio Paese“.
Che non se la passa benissimo..
“Sì, i problemi sono tanti e gravi. Uniti ne possiamo però venire fuori. Sarebbe come vincere un Mondiale. Anzi, anche meglio“.
Un’ultima cosa. Lei conosce bene Messi. Potremo mai vederlo con una squadra italiana?
“Difficile. Però Leo ama l’Italia e il campionato italiano. In futuro chissà…”.