2013

Biglietti Roma- Lazio: tra passione e ‘pass priority’, quando il Marketing sbaglia

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L’Italia vuole crescere, vuole rinascere sotto i punti di vista. Il calcio, per quanto sia relativamente meno importante, è uno di quei settori dove si vuole tornare ad essere protagonisti. Ma gli stadi sono sempre più vuoti, la passione per questo sport sta sempre più scemando in un paese dove per anni il mondo del pallone è stato sempre più di una religione. I cenni di ripresa sono pari a zero, complice anche una tessera del tifoso mai digerita dallo zoccolo duro delle tifoserie italiane. I presidenti, d’altra parte, lamentano la mancanza di una legge che garantisca la nascita di nuovi stadi di proprietà che permetterebbero l’inizio di un ciclo economico per le società che sarebbero così in grado di avere importanti utili. Ma la causa degli stadi vuoti e dell’arretratezza del calcio italiano è veramente solo questa? La risposta è no. Analizziamo l’esempio della vendita dei biglietti per la finale di Coppa Roma-Lazio, in particolare per quel che riguarda la sponda biancoceleste.

MARKETING SBAGLIATO TRA PRIORITY PASS E BIGLIETTI – Il Marketing è un settore che al giorno d’oggi ha assunto il ruolo di protagonista assoluto. Chiaramente è così anche nel mondo dello sport e, quindi, anche nel calcio. E la Lazio? Indubbiamente i biancocelesti sono cresciuti molto negli ultimi tempi sotto questo aspetto grazie alla nascita del marchio Lazio Style 1900 ed i rispettivi punti vendita ufficiali, canale ufficiale a pagamento su Sky, radio ufficiale. Ma non solo, anche attraverso varie iniziative. L’imperativo tuttavia è sempre lo stesso: aumentare il più possibile gli utili societari e allo stesso tempo, cercare di riaccendere la passione per i colori biancocelesti.

Ecco allora la grande occasione di mettersi in evidenza per la società di Lotito: la finale di Coppa Italia contro i cugini giallorossi. L’attenzione è subito stata rivolta alle modalità di vendita dei biglietti. Ed ecco l’idea della società capitolina: garantire il diritto di prelazione non solo a chi possiede un abbonamento valido per la stagione 2012/2013, ma anche a quei consumatori che, non avendo l’abbonamento, fremono per garantirsi un seggiolino. Ma come fare? Beh, dal sito ufficiale della Lazio si affermava che ‘per acquisire un priority pass è necessario spendere 30 euro o almeno 50 euro se ci si presenta in due persone, in un punto vendita ufficiale LazioStyle 1900′ . Condizione quindi è comprare un prodotto ufficiale (o più) e ricevere la priorità nell’acquisto. Però con 30 euro non ci si compra niente di rilevante: un calzoncino della divisa ad esempio viene 35 euro mentre una maglietta da gara circa 80 euro. Ed è per questo che molte persone hanno deciso piuttosto comprare un qualcosa di utile come pigiami (costo 30 in media) o piccoli gadget. Qui viene il primo errore: non sarebbe stato meglio dare ai tifosi, sempre per un costo di circa 30 euro, una maglia celeste (se non ufficiale, da allenamento) da poter indossare per l’occasione della finale in modo da avere anche uno spettacolare colpo d’occhio per tutte le maglie della stessa tinta? L’ardua sentenza ai posteri, direbbe Manzoni, ma sciuramente i tifosi sarebbero stati più felici nell’acquisto. Ma gli errori della società non finiscono qui, anzi il bello forse deve proprio venire. Infatti la prelazione, sia tramite abbonamento sia per via del famoso priority pass non garantisce il posto in uno specifico settore, ma in tutti i settori disponibili per i supporters laziali, ovvero: Curva Nord, Distinti Nord est, Distinti Nord Ovest e Tribuna Tevere. Nulla di male si potrebbe pensare..Ed invece no! Infatti il costo dalla Curva alla Tribuna varia sensibilmente con la prima che costa 30 euro mentre la seconda 120 euro, passando per i Distinti il cui prezzo è 50 euro. E’ chiaro che molti non siano disposti a spendere 150 euro (120 +30) per vari motivi, econimici o di principio, e la conseguenza è semplice: punti vendita dei biglietti (i famosi LazioStyle, cinque in totale per migliaia di persone) presi letteralmente d’assalto con file iniziate addirittura il giorno precedente alla vendita e molte persone costrette a scegliere tra non prendere il biglietto o spendere la totale somma di 150 euro che, di questi tempi, non appare per niente accessibile ai più. Ma si poteva evitare? La risposta è sì. Ed era anche semplice. Bastava dividere i priority pass al momento dell’acquisto facendo corrispondere ad ogni tagliandino uno specifico settore dello stadio e facendo così in modo che il numero di questi coupon, sommati agli abbonamenti nei vari settori, fosse preciso al fine che già al momento dell’acquisto del priority pass ogni tifoso poteva già sapere quanto avrebbe speso, e dove sarebbe andato, per i biglietto. Esempio: per la Nord dove abbiamo per ipotesi 5000 abbonati (dati ufficiali mai comunicati) ed il totale dei posti è 8.577 (fonte Wikipedia), bastava stampare 2577 priority pass esclusivi per la Curva, ovvero i posti restanti. Invece, nelle modalità in cui è stata decisa la prelazione molti tifosi non faranno in tempo a garantirsi un posto in curva o distinti e non potranno comprare la tribuna per l’eccessivo costo. Pensiamo ad una famiglia di 4 persone che per andare in tribuna dovrà spendere 480 euro per i biglietti (120×4) più 120 euro per la prelazione (30×4) per un costo totale di 600 euro!!! Dire che il famigerato piano famiglie è fallito, risulta essere quasi ironico.

Il Dio Denaro regna ancora sovrano ed a farne le spese sono come sempre i tifosi. Gli stessi tifosi che si stanno disinnamorando di questo sport forse non per la violenza negli stadi, ma per le varie speculazioni economiche su un sentimento di amore e passione che le società italiane stanno sempre più dimenticando.

 

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