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Briga: «La Lazio è la passione che nasce prima di ogni cosa. Inzaghi è il nostro Ferguson»
Mattia Briga, giovane cantante romano e noto tifoso laziale, ha raccontato della sua passione per la prima squadra della capitale
Il cantante e tifoso laziale Mattia Briga è intervenuto in una diretta Instagram organizzata da gianlucadimarzio.com, per parlare della sua fede biancoceleste.
«La Lazio è la passione che nasce prima di ogni cosa. Mi viene tramandata, è una parte fondamentale della mia famiglia. Anche mia madre è sempre stata laziale, soprattutto la fede arriva da mio papà e da mio nonno. Mi ricordo che ero al mare con mia mamma, avevo cinque anni. Dissi a mia mamma «Sta giocando la Lazio all’Olimpico, andiamo». Ci vestimmo, andammo allo stadio da Fregene. Mia madre bussò al cancellone, uno steward aprì l’occhiello, ci fece entrare e dopo 10 minuti segnò la Lazio e vincemmo 1-0».
INZAGHI – «Quella di Simone Inzaghi è una storia d’amore bellissima, spero che potrà essere il nostro Ferguson. Ci mancava una figura di questo tipo. Da giocatore non aveva tutta questa carica, d’allenatore si è trasformato. Gli dedico un sacco di altre canzoni d’amore che ho scritto (ride, ndr). Sono molto amico di Anderson, Crecco. Ho un ottimo rapporto con Strakosha, Cataldi, Murgia».
VENDITTI E IL LIVE ALL’OLIMPICO – «Quella sera Antonello Venditti scherzando mi disse: «Perché non vieni a cantare Grazie Roma». Gli risposi: «Guarda Antonello, credo di non esserne capace». Quel giorno all’Olimpico il mio camerino era lo spogliatoio della Lazio. Live all’Olimpico prima di Lazio-Inter? Il pubblico ha risposto in maniera fantastica, non potevo pretendere che a tutto il pubblico interessasse Briga e soprattutto che piacesse un evento del genere prima di una partita importante. Quelle sono partite che la gente sente settimane prima. Malgrado i pensieri che avevo, è andata benissimo. Ho ricevuto tantissimi messaggi, aiutato anche dal fatto che la Lazio avesse vinto (ride, ndr). Ora me lo richiedono in continuazione, mi dicono che ho portato bene. Era tutto spento, c’era l’occhio di bue su di me, mi hanno permesso di cantare in maniera impeccabile, come davvero un vero concerto».