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Calcagno (AIC): «Modalità e tempistiche della Superlega sono state sbagliate»
Il presidente dell’AIC Assocalciatori Umberto Calcagno è intervenuto ai microfoni di Radio 1. Ecco le parole su alcuni temi caldi
Intervenuto ai microfoni di Radio 1 nel corso di Radio Anch’Io Sport, il presidente dell’Assocalciatori Umberto Calcagno ha commentato i temi caldi del calcio nostrano e internazionale.
SUPERLEGA – «Modalità e tempistiche della Superlega sono state sbagliate. Però è anche importante analizzare cosa è successo. Sicuramente il mancato coinvolgimento dei calciatori è importante, soprattutto per le conseguenze che ci sarebbero state proprio i giocatori. Si minacciava addirittura di non farli partecipare alle competizioni con le Nazionali senza che loro fossero colpevoli»
RISORSE – «Il nostro mondo, in questi ultimi 10 anni, ha sperperato molto. Dobbiamo capire come uscirne, come spendere e come incidere per avere un riscontro importante, anche quello sportivo. I calciatori sanno perfettamente che per avere ulteriori risorse si può farlo solo dalle grandi competizioni internazionali. Bisogna capire come distribuire queste risorse in modo equilibrato»
SALARY CUP – «Noi abbiamo avuto per 10 anni il salary cap in Serie B ed è stato un fallimento. Penso sia un qualcosa di riduttivo per i nostri dirigenti. Sui budget totali stiamo ragionando. In Lega Pro c’è già un budget di controllo. Siamo un sistema che negli ultimi anni ha avuto crescita esponenziali di introiti e di debiti e non credo che il salary cap possa essere la soluzione»
MERITO SPORTIVO – «Aumentare le partite per avere più introiti ma allo stesso tempo Perez dice che i giovani non seguono tutta la partita? Calcio da rifare? Credo che alla gente piaccia poco tutto ciò che ruota attorno al calcio. Non si può più fare finta di non capire il giro d’affari. Dobbiamo capire come massimizzare gli introiti salvaguardando gli aspetti sportivi. Per alimentare la passione dei ragazzi verso il calcio, bisogna valorizzare il merito sportivo. Dobbiamo coniugare queste due cose. Ben sapendo che le risorse vanno gestite meglio»