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Calori: «Adriano porterà alla Lazio la mentalità vincente. Pavoletti? Mi piace, lo vedrei bene in questa piazza»
Per parlare di Lazio, è intervenuto ai microfoni di ElleRadio, all’interno della trasmissione I Laziali Sono Qua, Alessandro Calori, idolo della tifoserie biancoceleste grazie al famoso gol siglato con la maglia del Perugia alla Juventus, in quell’interminabile 14 maggio del 2000: «La notte di Di Padre In Figlio mi ha sbalordito per la capacità organizzativa. Non è facile coinvolgere così tante persone e realizzare una festa del genere sugli spalti. Io mi sono immedesimato nelle emozioni del tifoso: si è trattato di un evento che ha reso tangibile cosa significhi amare una maglia con tutto il cuore.»
Capitolo mercato: «L’allenatore dovrebbe essere il fulcro a livello tecnico, il perno attorno al quale disegnare la squadra e progettare gli acquisti. Ad esempio la Lazio è una squadra ricca di giocatori bravi sulle corsie esterne: bisognerebbe dunque orientarsi su un tecnico che sappia valorizzare questo tipo di caratteristiche. I nomi che si stanno facendo, da Prandelli a Ventura, sembrano avallare questo scenario: vedremo poi quale sarà la scelta della società.»
Il primo acquisto laziale potrebbe essere il terzino del Barcellona Adriano: «E’ un giocatore che a 31 anni è nel pieno della maturità tecnica. Ha conquistato 16 trofei con il Barcellona e il suo biglietto da visita è importantissimo. E’ un giocatore che può giocare almeno altri tre anni a certi livelli, certo ne va verificata la tenuta fisica, ma sicuramente è un calciatore che porta la mentalità dei club importanti. Giocare nel Barcellona ti permette di acquisire una mentalità vincente che non si trova da altre parti.»
Capitolo dopo-Klose. Pavoletti o Lapadula?: «Ho avuto modo di seguire con una certa attenzione la crescita di Pavoletti: è un finalizzatore puro, un combattente, un giocatore che a me piace molto anche se è venuto fuori tardi nel calcio che conta. Lo vedrai bene alla Lazio. Anche Lapadula sta facendo cose importantissime: la difficoltà è far adattare velocemente questi ragazzi, che vengono da ambienti di provincia completamente diversi, in una realtà complessa come quella della Lazio, un problema che un profilo come Adriano invece non avrebbe. Secondo me Lapadula e Pavoletti potrebbero anche giocare insieme, a patto ovviamente di attuare un modulo con due punte di ruolo.»
L’attenzione si sposta in fine sugli Europei: «L’Italia parte comunque da una base importante, il blocco Juve che comunque ha manifestato una grande solidità in Italia e in Europa. Alla luce di questo Conte con il suo 3-5-2 punterà molto sulla solidità difensiva, anche se la mancanza di un vero regista a centrocampo a causa degli infortuni, con Verratti, Marchisio e Montolivo out, potrebbe creare un problema non facilmente risolvibile.»