Candreva non è più intoccabile, anche il centrocampista entra nel vortice della critica - Lazio News 24
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2014

Candreva non è più intoccabile, anche il centrocampista entra nel vortice della critica

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L’importanza di chiamarsi Antonio. Manco fosse un santo, Candreva: se non benedice assist e gol, la Lazio va all’inferno. Basta che tolga l’aureola, si spegne ogni luce biancoceleste. Il peso di chiamarsi Antonio. Se Candreva non gira, il disco si ripete: «Non s’impegna, s’è montato, vuole andar via», si bisbiglia già su radio e forum. Finché però i mugugni arrivano dall’ambiente è un conto, quando s’origliano a Formello un altro. In effetti il suo atteggiamento, spesso indolente, è equivoco: si divora la rete a Empoli, nemmeno un cenno di disappunto. Viene sostituito a sorpresa a Verona, rimane impassibile. Eppure Antonio – lo ha confidato a chi gli sta vicino – c’è rimasto parecchio male per il cambio di Pioli: «Aveva iniziato bene, poi si stava lentamente spegnendo e alla squadra serviva più brillantezza». Spiegazione poco convincente. Perché Candreva aveva sfornato ben 3 passaggi da gol (per Djorjdevic, Mauri e Parolo) sino al sessantusimo. Quel numero 87 sulla lavagnetta luminosa del quarto uomo, una lettera scarlatta. Antonio, nervoso, avrebbe detto qualche parola di troppo nello spogliatoio e in campo ai compagni: «Qui devo fare tutto io…». Punito. C’è sempre una prima volta, persino in negativo. Candreva non era mai stato sostituito in questo campionato con la Lazio non ancora in vantaggio. Solo a Palermo, al 57′, Pioli gli aveva concesso il riposo: fuori Antonio, ma coi biancocelesti già sopra per 1-0 al Barbera. Contro il Chievo, invece, Candreva ai saluti anticipati col risultato bloccato sullo 0-0. La sua colpa? Non aver trascinato i compagni alla vittoria. Pioli e la società volevano questo dall’esterno di Tor de’ Cenci, far diventare leader chi non è nato tale. E’ un estroso furetto, ma non ha certo l’anima da capobranco. E se è pure stanco – sempre in campo in 14 partite (Coppa Italia, compresa) per un totale di 1151 minuti – perde carisma persino nel dribbling. Lotito era furioso martedì pomeriggio scorso, dopo il ko con la Juve: «Avete smesso di correre dopo 20 minuti». Come riporta Il Messaggero, non aveva fatto nomi in settimana, ma sembrava la stessa paternale di un anno fa (a inizio dicembre), preludio alla cacciata di Petkovic. Allora aveva accusato Candreva di “zaratizzazione”, stavolta non ha puntato il dito, ma le sue ultime due prestazioni non gli erano affatto piaciute. Così sabato sera la sostituzione è sembrata quasi un suggerimento dagli spalti. Pioli, col pieno consenso di Tare, aveva pensato tutta la scorsa settimana di far riposare il romano e inserire dal 1′ Felipe Anderson, poi non se l’era sentita. Ora però Candreva è ufficialmente in discussione. Prigioniero di un rinnovo. Lotito gli ha prolungato il contratto (a cifre, oltre 2 milioni, da top player assoluto) a furor di popolo, pretende un’altra grinta dall’esterno laziale. E’ vero, con 7 assist, Candreva rimane il miglior giocatore biancoceleste, ma può e deve fare di più. Al presidente non è piaciuto vederlo brillare in Nazionale e passeggiare invece – tacchi e punte – con Empoli, Juve e Chievo. Lotito ha pagato l’indulgenza per trattenerlo a Roma (no a offerte da 20 milioni), adesso da lui pretende il miracolo: lo riporti in Europa, Sant’Antonio.

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