2013

Cara Lazio, impara da Perea: è la grinta che ti manca

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Partiamo da un presupposto. Se qualcuno avesse chiesto alle 30mila persone presenti all’Olimpico domenica l’aspetto maggiormente negativo in questa stagione della Lazio, statene certi, vi avrebbero risposto così: “la grinta”. La voglia. Certo, quello che critica il gioco, l’allenatore o la dirigenza lo troverai sempre, ma la cosa che più non va giù alla gente laziale è lo spirito della squadra. Una squadra appagata, aldilà dei limiti tecnici, senza rabbia e voglia di lottare. Si inizia a notare ancor di più quanto le proteste agli arbitri siano davvero minime (si alza un braccio qua e là se ti bene, ogni tanto). Le altre squadre, senza far nomi, accerchiano il direttore di gara. Mettono pressione. Per carità. Rispettare l’operato di gara è fondamentale, ma farsi sentire anche. Critichiamo gli scarsi attributi, la scarsa personalità. Perché perdere in casa contro il Genoa ci sta. Ma farlo per due errori così evidenti dell’arbitro e nessun giocatore (tolto il diretto protagonista) che protesta, ci fa pensare.

Imparate dal giovanotto – Ci fa pensare che non siete la squadra che vogliamo, ci fa pensare che dopo quella pazzesca, stupenda, (in)dimenticabile finale non siate più gli stessi. Imparate dal giovanotto Perea. Che quando gioca vuole spaccare il mondo. Che quando entra vuole spaccare il mondo. Che quando si allena vuole spaccare il mondo. Imparate da lui. Pressate come lui, date tutto in campo come fa lui. Sbagliate, perchè no, come fa lui. Ma al contrario di altri, a lui non si può dire nulla. Perchè dà tutto. Non chiediamo di vincerle tutte, non chiediamo un gioco scintillante. Chiediamo grinta, voglia. Chiediamo rispetto per la maglia. Chiediamo 11 Perea. 

Pubblicato ieri alle ore 20,34 

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