News
Cardenas racconta Caicedo: «Era pieno di sogni, ha sempre lasciato il segno»
Lazio, Cardenas – uno dei primi allenatori di Caicedo – racconta i primi passi del giocatore biancoceleste
Caicedo ha catalizzato su di sè le attenzioni del mondo del calcio. E se l’importanza dei suoi gol è stata raccontata tramite le statistiche e i numeri, merita di essere celebrata anche la sua persona. Umiltà e dedizione, infatti, sono i suoi tratti distintivi: mai una parola fuori posto, mai una lamentela, solo tanta voglia di essere utile per la Lazio. A raccontare Caicedo – per Europa Calcio – è uno dei suoi primi allenatori, Jesus Juche Cardenas:
INIZI – «Conosco Felipe da quando aveva 14 anni, era un ragazzino di quartiere povero ma pieno di sogni, felicissimo di imparare a giocare calcio; mi chiedeva di aiutarlo e seguirlo. Sin da subito desiderava giocare in Europa perché il calcio in Ecuador non lo attirava molto. Mi parlava già della Champions League e conosceva quasi tutti i calciatori più importanti del Vecchio Continente. Dal canto mio, gli dicevo sempre che per arrivare a certi livelli non bastava il talento, ma ci volevano anche responsabilità, disciplina e carattere. Era un dotato di una buona gestione e manovra della palla. Questo gli ha permesso andare con l’Under-16 del Rocafuerte, con cui poco dopo impressionò tanti scout per il suo gioco semplice, l’ottimo dribbling e la facilità di segnare».
CARRIERA – «Ovunque ha giocato ha sempre lasciato il segno, anche al Manchester City. Non dimenticherò mai quando mi diceva che voleva arrivare in Europa, il suo sogno si è avverato. Allo stesso modo è molto spesso decisivo tutt’ora con la Lazio, cosa per nulla facile se consideriamo che in quella squadra c’è un capocannoniere nato come Ciro Immobile. Si vede che il tecnico Inzaghi ha imparato a conoscere molto bene le qualità di Caicedo, lo ha reso un jolly vincente».