Casini: «In Italia ci sono altri 3/4 club pronti a formare la seconda squadra»
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Casini: «In Italia ci sono altri 3/4 club pronti a formare la seconda squadra»

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Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A ha parlato della possibilità di nuove seconde squadre in Italia. Le sue parole

Il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, è intervenuto nel Next Gen Day alla tavola rotonda sulle seconde squadre, incontro organizzato dalla Juventus a cui prendono parte anche Agnelli, Gravina, Ghirelli e Calcagno.

LE DICHIARAZIONI INTEGRALI

SECONDE SQUADRE – «Il tema delle riforme la Serie A l’ha già designato. Il modello italiano nasce differente dagli altri modelli europei. La domanda che ho posto è: perché dopo 4 anni solo una società ha scelto la seconda squadra? La risposta sono una serie di problematiche, come ad esempio i costi. Ho chiesto alla Juve di svelare la lista di cose da migliorare di questo progetto, e già da quest’anno sono stati fatti dei miglioramenti. Già il fatto che un giovane avesse limiti a giocare in Serie A era un limite. Ora a che punto siamo: come Serie A siamo disposti a presentare un documento alla prossima Assemblea sulle seconde squadre. La Juve ha presentato i correttivi per permettere alle società di avere più seconde squadre. Siamo molto fortunati ad avere un esempio di cui stiamo discutendo, ma se vogliamo allargarlo i criteri vanno corretti. Ci sono modelli che possono funzionare bene anche in Italia. Nel giro che ho fatto con le altre squadre, ho saputo che altre 3/4 squadre sono pronte a formare la seconda squadra. Un problema è quello dei prestiti, ma la seconda squadra diventa una soluzione. La problematica principale è quella dei costi».

QUANTO SI E’ LONTANI – «Numero minimo per fare questo passo? Siamo da quattro anni con una sola squadra… Se non si cambiano regole, passi difficile che ce ne siano. La sintesi la faremo entro l’anno. Il sistema di seconde squadre serve a tutto il sistema, al calcio giovanile, ma anche alle Nazionali. Alle squadre campioni d’Europa, guardando i giocatori, erano cresciuti nelle seconde squadre. È una sistema che serve a tutti ma i dati dicono che ne beneficiano anche le Nazionali».

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