Casiraghi e l'amore per la Lazio: "Nel '95 fui ad un passo dal Milan, per fortuna rimasi a Roma! Allenare i biancocelesti? Due anni fa ci sono andato vicinissimo" - Lazio News 24
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2014

Casiraghi e l’amore per la Lazio: “Nel ’95 fui ad un passo dal Milan, per fortuna rimasi a Roma! Allenare i biancocelesti? Due anni fa ci sono andato vicinissimo”

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Ci sarà anche lui all’evento del 12 maggio all’Olimpico. E’ ormai parte della storia della Lazio, se vogliamo anche un tifoso biancoceleste aggiunto. Pierluigi Casiraghi il bianco e il celeste ce li ha ormai nel sangue, nonostante sia cresciuto nelle giovanili della Juventus e sia stato tifoso, da bambino, del Milan. L’ex bomber ha parlato ai microfoni di Mediaset Premium durante la trasmissione ‘La Tribù del Calcio’: “Non sono mai riuscito nel mio sogno di indossare la maglia del Milan, ci andai vicino nel ’95, nell’estate in cui Signori doveva andare al Parma: nell’occasione io dovevo andare al Milan però per vari vicissitudini saltò tutto, quindi rimasi alla Lazio e direi anche molto volentieri. Il mio idolo? Mark Hateley, un giocatore inglese, un attaccante di quelli che piacevano a me forti di testa: io mi rivedevo un po’ in lui, era il giocatore che preferivo anche se non era un grande campione”.

IL BOEMO – Dopo 4 anni di Juventus e 37 reti, nel 1993 Casiraghi approda alla Lazio. Gigi-gol conosce Zdenek Zeman, il padre del calcio totale: “Zeman è un allenatore diverso dagli altri, alle volte la sua è più una filosofia di vita e di gioco più di un allenare per raggiungere un risultato. Lui bada di più all’aspetto estetico del calcio, alla bellezza del calcio. Il fatto che lui pensi il calcio in questo modo ha fatto sì che ancora in tanti siano innamorati di lui”. Si passa poi ad un aneddoto: nel derby del 23 aprile 1995 i biancocelesti vincono 2-0 senza eseguire i dettami del boemo. Casiraghi, che quel giorno andò anche a segno, dice la sua: “Tra di noi decidemmo di gestire la partita, di aspettare la Roma e di ripartire in velocità. Mi ricordo che Zeman disse a Rambaudi ‘la prossima volta che fai così non ti faccio più giocare’. Non so se in cuor suo fu felice di quella vittoria, secondo me no. Però come poteva darci torto vista la vittoria (ride, ndr)”. I gol sono la cosa più importante per un calciatore e Casiraghi non dimentica quello al Milan nel 1997: “Se devo scegliere proprio come bellezza dico quello in Lazio-Milan, quando segnai in mezza rovesciata a Rossi: presi prima il palo di destra, poi quello di sinistra e poi la palla andò in rete. A livello estetico fu il gol più bello”.

L’ADDIO – “Se devo scegliere un allenatore con cui non ho mai legato è Eriksson – racconta Casiraghi – Con lui ebbi anche un piccolo screzio dopo la partita di coppa Atletico Madrid-Lazio, perchè lui mi promise di giocare una partita e poi non fu così. Io non la presi bene e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. A fine stagione, d’accordo con società e allenatore, andai al Chelsea”. L’avventura in Inghilterra fu tutt’altro che memorabile, anzi: uno scontro, nel 1998, con il portiere del West Ham Hislop, gli provoca la frattura del ginocchio. Inizia il calvario: Casiraghi deve sottoporsi a 10 interventi senza mai riuscire a tornare sui campi da calcio: “Quando me lo dissero mi ha fatto molto male. Spezzarono quello che in quel momento era il sogno di tornare, però ebbi la consapevolezza che una parte della mia vita era conclusa e che potevo aprire un nuovo ciclo, magari da allenatore, come poi è stato”. Si cambia totalmente discorso, l’ex bomber dice la sua sul giovane biancocelesta Keita: Keita mi piace molto e sin dalle prime partite mi ha fatto subito un’ottima impressione. Ha talento, una marcia in più rispetto agli altri nonostante sia un ’95. Ha grande personalità, che è un grande giocatore lo capisci dal fatto che entra subito nel vivo dell’azione, si prende la responsabilità di fare giocate, di dribblare in situazione difficili, lui l’ha sempre fatto. Ha grande talento, grandi capacità.

SOGNO SFIORATO – Casiraghi fu ad un passo dalla panchina della Lazio nell’inverno 2012: “Ci andai molto vicino, anzi ci andò vicino Zola. Un paio di anni fa, quando Reja si dimise momentaneamente da allenatore, Gianfranco (Zola, ndr) fu contattato da Lotito e io dovevo andare a fare il secondo. Ci sono andato molto vicino ad allenare la Lazio. Mi avrebbe fatto molto piacere, avrei accettato con entusiasmo perchè fare prima il giocatore e poi l’allenatore sarebbe stata una bella soddisfazione”. Ma dove si troverebbe bene oggi Casiraghi? Nella Juventus di Tevez o nella Lazio di Klose? A lui stesso la risposta: “Sarebbe bello giocare nella Juventus attuale, è la squadra con il miglior allenatore, quella che gioca meglio ed ha i migliori campioni. Però per questioni d’affetto giocherei ancora nella Lazio. Tevez o Klose? Con Tevez qualche gol riuscirei a farlo, sarebbe una coppia non male. Con Klose invece insieme ci pesteremmo un po’ i piedi ma lui forse è un po’ più vecchio di me visto che io ho 25 anni quindi lo spazio è più per me che per lui (ride, ndr)”.

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