2015

Caso Biglia, la fascia di capitano non lo trattiene: “Se resto? Non lo so…”

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Il fulmine a ciel sereno arriva alla fine. Lucas Biglia, neo-capitano della Lazio, chiude la conferenza stampa della vigilia di Supercoppa con una frase che gela l’intero ambiente biancoceleste: «La fascia al braccio come segnale di una mia sicura permanenza qui? Non lo so. Dobbiamo vedere, tutto può ancora succedere. In ogni caso non dipende da me. Ma pensiamo alla Supercoppa, l’unica cosa che conta adesso è questa».

LA COPPA E POI I SALUTI? – Vero. Ma vallo a dire a quanti (dai tifosi ai dirigenti) erano ormai convinti che il rischio di perdere il play argentino fosse scongiurato. E invece no. Biglia si (ri)mette sul mercato. Un bel pasticcio, insomma. Più per i tempi e per i modi che non per la sostanza. Tanto la società quanto il tecnico Pioli si sono giocati molto sulla scelta di Biglia capitano. Provocando anche il malumore dell’altro candidato a raccogliere l’eredità di Mauri, quel Candreva che pensava di avere già la fascia al braccio. Sentirsi dire dall’uomo nominato nuovo leader che sul suo futuro tutto può ancora succedere non deve essere il massimo. Specie poi a poche ore da un match importantissimo, con un trofeo in palio. La sostanza, però, è che molto difficilmente Biglia cambierà casacca. Lotito e Pioli lo ritengono incedibile, nelle settimane scorse il presidente ha rifiutato un’offerta di 25 milioni del Manchester United, che poi ha fatto altre scelte. Quindi non tornerà alla carica. Ci sono stati sondaggi sul suo conto pure da parte di Psg e Real Madrid, ma senza che decollassero vere trattative. Le parole di Biglia, quindi, più che aprire nuovi scenari di mercato, creano un caso mica da ridere nello spogliatoio. Al cui interno c’è un elemento che pare essere rimasto controvoglia in una squadra che non ha l’appeal (e gli ingaggi) di un top club. E quel giocatore non è uno qualsiasi, ma il capitano, nonché l’uomo che Pioli ritiene più importante a livello tattico.

PIOLI CONCENTRATO – Per l’allenatore una grana che non ci voleva proprio a poche ore dalla partita che può regalargli il primo trofeo da tecnico. Non gli resta che tentare di trasformare i malumori in energia positiva. Non sarà facile, ma se ci riuscirà è molto probabile che la Supercoppa diventi sua. «Abbiamo un’occasione unica, portare a casa un trofeo, non dobbiamo lasciarcela sfuggire», ha ammonito Pioli. Il tecnico è convinto che, per quanto forte, questa Juve sia battibile: «Rispetto alla scorsa stagione ha perso dei giocatori fondamentali, ma ne ha presi di altrettanto forti. E poi il vero segreto di quel club è la mentalità vincente, che c’è a prescindere dal nome di chi gioca». Il lungo soggiorno cinese (la Lazio è arrivata a Shanghai otto giorni prima del match), secondo Pioli non è stato inutile. «Abbiamo lavorato bene, nonostante il caldo. La squadra è cresciuta rispetto alle ultime amichevoli (tutte perse, ndr )». E soprattutto stasera ritroverà – per la prima volta quest’anno – tre suoi titolarissimi: De Vrij, Radu e appunto Biglia. «A questa coppa teniamo tantissimo – ha detto il regista argentino – Siamo reduci da una stagione straordinaria, nella quale però non abbiamo raccolto alcun trofeo. La Supercoppa è una grande opportunità di rimettere le cose a posto». Per Biglia in particolare, visto che tra Argentina (Mondiale 2014 e Copa America di un mese fa) e Lazio (Supercoppa 2013 e Coppa Italia di tre mesi fa, anche se quella sera era infortunato) il play ha perso tutte le ultime finali. In precedenza, però, con l’Anderlecht le aveva sempre vinte. E con la fascia di capitano al braccio. Stasera l’avrà di nuovo, quella fascia. Una circostanza che magari si rivelerà propizia. E lo aiuterà, chissà, anche a superare i malumori per un mercato che non è andato come avrebbe voluto. 

 

La Gazzetta Dello Sport

 

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