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Caso sulla Lazio dell’86: «Annata sofferta, Chinaglia? Non poteva fare il presidente»
Caso sulla Lazio dell’86: «Annata sofferta, Chinaglia? Non poteva fare il presidente» Le parole dell’ex biancoceleste
Brutti ricordi per tifosi della Lazio, se si parla della stagione 86-87, quella del famoso -9 inflitto al club biancoceleste.
L’ex Mimmo Caso, intervistato da genoaniforesti.com, ha raccontato quell’annata vissuta da protagonista.
LE PAROLE- «Fu durissima. Ero il capitano di quella squadra ed ho cementato il legame che ancora oggi ho con la maglia biancoceleste e la sua tifoseria. Arrivavo da una stagione al Toro dove avevamo ottenuto un ottimo secondo posto con Gigi Radice allenatore, nell’anno dello scudetto vinto dal Verona di Osvaldo Bagnoli. Mi dissero che mi voleva Giorgio Chinaglia alla Lazio. Io, che ero un suo ammiratore, fui onorato che mi volesse con sé. Chinaglia era troppo buono con tutti. Giorgio non poteva fare il proprietario e la società ebbe grossi problemi economici. Dovette lasciare il club e ci trovammo in una situazione molto complessa. La stagione 1986 inizio’ con un meno nove di partenza a causa di un coinvolgimento nel calcio scommesse, ma alla fine quella stagione faticosa fu un trionfo. Fascetti prima di iniziare la stagione ci chiuse tutti in una stanza e ci disse: ‘Lì c’è la porta, chi non se la sente vada via ora Si rimase tutti , l’ambiente si compattò. Fu una cavalcata sofferta ma bellissima. C’ erano i due punti a vittoria, per cui partire da meno nove significava avere cinque partite in meno. Per capirsi meglio racconto questo: recentemente la società Lazio ha fatto un triangolare invitando le tre formazioni che han dato maggiori soddisfazioni ai tifosi. Le tre squadre biancoazzurre erano: quella di mister Tommaso Maestrelli, quella di Mister Eriksson e quella del meno nove di mister Fascetti»