2013

Caso Varsavia, 10 tifosi in attesa dei domiciliari. Avv. Contucci: “Poi ci sarà l’appello”

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E’ di ieri la notizia della scarcerazione di quattro tifosi della Lazio dei 22 che erano rimasti in Polonia. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Emma Bonino, alle commissioni Esteri riunite di Camera e Senato. Accolta la richiesta di patteggiamento: due anni con la condizionale (sconterebbero la pena qualora dovessero commettere nuovamente un reato in Polonia), una cauzione di 500 euro e un Daspo internazionale di tre anni.

Novità sono previste per oggi, quando saranno liberati altri quattro tifosi laziali. Per gli ultimi quattro dei 12 ancora in attesa di giudizio e detenuti nel carcere di Bialoleka bisognerà attendere invece l’inizio della prossima settimana, probabilmente martedì.

Diversa la situazione per gli altri dieci italiani già processati per direttissima: come riportato da “La Gazzetta dello Sport”, i legali hanno fatto domanda di appello, ma per loro i tempi sono più lunghi. La speranza è di riportarli in Italia prima di Natale, ma il rischio è che il nuovo processo possa slittare a gennaio. Ora si punta a ottenere quantomeno gli arresti domiciliari, ma è fondamentale che i tifosi abbiano degli alloggi disponibili ed, infatti, anche l’Ambasciata a Varsavia si è mossa per individuarli.

Qualcosa si muove: secondo il “Corriere dello Sport”, i genitori dei tifosi hanno affittato in città appartamenti con contratto a tempo indeterminato per far sì che i giudici possano concedere gli arresti domiciliari.

A tal proposito è intervenuto ai microfoni di “Radio Sei” l’avvocato Lorenzo Contucci: «Avendo loro definito le rispettive posizioni processuali, circostanza che in Italia sarebbe stata tecnicamente un errore, dieci giorni fa un giudice aveva già negato la libertà per il pericolo di fuga non essendoci una residenza in Polonia. Pertanto il giudice, di fronte alla nuova richiesta di scarcerazione, ha confermato la decisione presa dieci giorni prima non essendo cambiato nulla nel frattempo. A quel punto ha suggerito implicitamente di trovare una residenza anche formale, una casa in affitto, prestata o un residence, ove commutare la pena di questi ragazzi agli arresti domiciliari in attesa che venga celebrato il giudizio di appello, in Polonia è fissato più velocemente nel giro di un mese». 

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