2013
Caso Varsavia, montatore de Le Iene arrestato col tirapugni, ma in realtà… Corteo dei laziali a Tor di Quinto
AGGIORNAMENTO ORE 10.02 – Come riportato dall’edizione romana del Corriere della Sera, i tifosi della Lazio si sono dati appuntamento via web e radio per un corteo in Piazzale Tor di Quinto (destinazione curva Nord con tappa alla Farnesina) in sostegno dei ragazzi ancora detenuti a Varsavia per i fatti di Legia-Lazio.
Si allungano i tempi di carcerazione per i ragazzi costretti dietro le sbarre per i fatti di Varsavia. E’ questo il caso in particolare di Riccardo Messa, montatore della trasmissione televisiva “Le Iene” di Italia Uno, che si trova nella prigione di Bialoleka a Varsavia insieme ai tifosi biancocelesti.
L’avvocato Stefano Toniolo, che ha preso in carico la difesa di Messa, ha parlato di quanto sta avvenendo in Polonia, dove il suo assistito si trova da più di due settimane senza che siano state depositate prove a suo carico dall’accusa e che ha ricevuto però sei mesi di reclusione senza la sospensione condizionale: «La sentenza di Riccardo è in fase di impugnazione ma abbiamo già capito che le tempistiche, in questo caso, sono molto anomale. Attualmente quindi non ci sono possibilità di una scarcerazione immediata. Dopo la prima sentenza di condanna, gli avvocati locali (lo studio Martinez Novebaci si limita ad una collaborazione e a un supporto esterno non avendo l’abilitazione a patrocinare in Polonia, ndc) hanno presentato immediatamente una istanza di liberazione su cauzione che avrebbe permesso a Riccardo di essere scarcerato, con l’obbligo di non lasciare il paese, in attesa dell’appello. La richiesta è stata però rigettata a causa di un’assenza di domiciliazione in Polonia del condannato. I genitori di Riccardo insieme ad altri con i figli nelle stesse condizioni hanno deciso quindi di affittare un appartamento e di ripresentare l’istanza che è tutt’ora in attesa di essere giudicata», ha dichiarato il legale ai microfoni de “Il Tempo”.
L’avvocato Toniolo ha poi aggiunto: «A Riccardo è stato trovato nel giacchetto un bite dentale. Una sorta di apparecchio che viene utilizzato durante il sonno dalle persone affette da bruxismo (una contrazione della muscolatura masticatoria che porta al digrignamento dei denti, ndc). Lo hanno accusato che fosse un paradenti «da rissa» e questo gli ha aumentato la pena. È assurdo».
Sempre più concreta la possibilità che i dieci giovani già condannati passino Natale e Capodanno nelle galere polacche, visto che il 19 dicembre i tribunali chiuderanno per le festività. Si attende una risposta per martedì ed a tal proposito Gianni Stazi, papà di Damiano, uno dei condannati, ha dichiarato: «Mio figlio è stanco ed amareggiato, il nostro avvocato ha presentato un’istanza di scarcerazione dietro cauzione presso il Tribunale superiore del riesame chiedendo gli arresti domiciliari da scontare comunque in Polonia. È certo che se la nostra richiesta venisse accettata farebbe da apripista per tutte le altre. Siamo tutti in ansia. Non ce la facciamo più, vogliamo tornare a casa».