2015
Cataldi, da Torino a Torino: tutto in 61 giorni
Da Torino a Torino. Stesso stadio, l’Olimpico, che riecheggia un nome familiare. Tutto in 61 giorni per correre in una favola più bella di ogni sogno. Domani Danilo Cataldi, che ieri è tornato ad allenarsi a tempo pieno, ritrova i granata. Come riporta La Gazzetta Dello Sport, non sarà per lui una partita come le altre. Troppe sensazioni personali lo seguiranno. Non potrà non pensare alla sera del 14 gennaio, alla sua prima gara ufficiale nella Lazio. In Coppa Italia a giocarsi la chance attesa da quattro mesi e mezzo. Perché quel debutto in biancoceleste, inseguito dopo tutta la trafila nella giovanili sino ai gradi di capitano della Primavera scudettata di Bollini e la stagione di serie B a Crotone, sembrava come un miraggio. Era in rampa a inizio stagione. Il brillante precampionato lo aveva portato a scalare posizioni nella considerazione di Pioli. La panchina di San Siro, alla prima giornata contro il Milan, sembrava una lista d’attesa molto rapida. Ma un ostacolo era dietro l’angolo, uno stiramento rimediato con l’Under 21 e poi bissato. Un disco rosso quanto mai perfido nella sua ascesa. Dalla gara di Parma, 7 dicembre, si è riaffacciato in panchina dopo la parentesi col Cagliari. Quaranta giorni in stand by. Poi, la sfida degli ottavi di Coppa per rivedersi in campo. Da titolare e con un assist per il gol di Klose nel 31 che ha portato la Lazio nei quarti. Quella sera, la gioia per la prima volta con la maglia del cuore si confuse con la soddisfazione per aver lanciato a rete il bomber della storia dei Mondiali.
SCALATA – Domani sera, Cataldi risalirà dal sottopassaggio dell’Olimpico e quella gara gli sembrerà lontanissima. Tante cose sono successe nel frattempo. Tutte di corsa, come la sua falcata che accende il gioco biancoceleste. Ora, è un titolare e un punto fermo della Lazio di Pioli. Che lo ha fatto debuttare in serie A quattro giorni dopo la sfida di Torino. Contro il Napoli, dal 36’ della ripresa, con l’Olimpico, lo stadio dei suoi sogni, a far scattare un applauso che valeva come un dolce benvenuto nel mondo dei grandi al ventenne cresciuto in casa. E subito titolare, dalla partita successiva, contro il Milan (24 gennaio). Poi, sempre dal primo minuto, tranne a Udine, dove però è subentrato nella ripresa. E anche in Coppa Italia, contro Milan e Napoli, in campo dall’inizio.
OBIETTIVI – Non c’è solo la conferma di doti che il suo talento lasciava intravedere. Ma molto di più. Tanto che nel frattempo, sul centrocampista si sono intensificate le attenzioni del c.t Antonio Conte. E le previsioni su un futuro in Nazionale quanto mai vicino si sprecano. È diventato un cardine della manovra di Pioli: centrocampista completo. E così anche la fascia che Radu mercoledì sera gli ha passato nel finale della gara col Napoli non rispecchia solo il suo passato di capitano della Primavera ma vale come un’investitura per un domani da leader della Lazio. Ora Cataldi vuol prolungare il felice momento della Lazio. Il terzo posto riconquistato con la vittoria con la Fiorentina profuma di Champions, un obiettivo entrato nel mirino della squadra di Pioli. A Torino si punta alla quinta vittoria di fila per dare un altro record a questa fase esaltante della stagione biancoceleste. Domani, Cataldi cercherà anche di regalarsi l’unica emozione che non ha ancora assaporato, il gol. Per impreziosire ulteriormente una parabola incredibile. Senza assilli. Tutto in piena semplicità. In fondo, il gol, come tutto quello che di bello gli è accaduto negli ultimi due mesi, arriverà schivando ogni tipo di frenesie. Come nella corsa di un predestinato. E Danilo Cataldi ha ormai il passo giusto per arrivare lontano.