Champions League
Champions, dal Bayer al BVB: 5 anni dopo riecco emergenza, Brandt…e un nuovo Sergej
Dal Bayer al BVB: 5 anni dopo molto è cambiato, non l’emergenza all’appuntamento decisivo.
Cerotti, mercato discutibile, circostanze imponderabili, una competitor tedesca. Analogie impressionanti sono rintracciabili tra il 26 agosto 2015 e il 20 ottobre 2020. Dei 18 biancocelesti della spedizione di Leverkusen oggi son rimasti in rosa soltanto gli infortunati Radu e Lulic, il prodotto del settore giovanile Danilo Cataldi e un certo Sergej Milinkovic-Savic, che in terra teutonica visse (in panchina) una delle prime cocenti delusioni, l’estromissione della Lazio di Stefano Pioli dal play-off di Champions League 2015/2016. A sorridere in quella serata estiva della BayArena c’era anche Julian Brandt, centrocampista oggi in forza al Dortmund all’epoca diciannovenne ed oggi 24enne di spessore e spesso riserva di una compagine – quella giallonera – nettamente più forte delle “Aspirine” guidate da mister Roger Schmidt un quinquennio fa.
COSA CAMBIA, COSA NO – Cinque anni dopo, dicevamo, oltre a qualcuno degli interpreti, è cambiato tanto ma allo stesso tempo è cambiato davvero poco. La Lazio di Simone Inzaghi ha tre trofei in bacheca in più, una Coppa Italia e due Supercoppe italiane strappate alla Vecchia Signora; ma soprattutto ha una consapevolezza di essere divenuta squadra matura, che a fine di febbraio appariva in grado di contendere il Tricolore alla Juventus in Serie A. Fatalmente, un certo conto aperto con la dea bendata e un’attitudine a sottrarsi a mercati appariscenti rimangono una costante inalterata, il fil rouge che unisce questi 5 anni di distanza. Retroguardia a tre, fragilità difensiva e inconsistenza sulle fasce, gli elementi della sfortunata notte agostana sembrano ricomparire come fantasmi in questi giorni. Nel 2015 pensarono Calhanoglu, Mehmedi e Bellarabi a infrangere le speranze capitoline – fondate su un’ottima gara di andata all’Olimpico, culminata con una vittoria per 1-0 in virtù della rete di Keita Balde – anche a causa di due errori macroscopici di un giovanissimo Stefan de Vrij e della panchina corta delle aquile. In porta c’era un altro albanese, Etrit Berisha, che oggi si gioca il posto in nazionale con Strakosha. In difesa Radu e Mauricio con l’olandese oggi in forza all’Inter, sulle fasce del 3-4-3 due slavi quali Dusan Basta e Senad Lulic, riserve Konko e Kishna; cinque anni dopo l’emergenza infortuni costringerà a corsie laterali inedite. In mezzo al campo, complice l’infortunio di Lucas Biglia rimediato in extremis nella gara casalinga col Bologna, stazionavano Eddy Onazi e Marco Parolo, lo stesso centrocampista di Gallarate che questa sera potrebbe almeno per uno spezzone di gara fare il centrale di difesa date le assenze forzate di Radu, Ramos, e Bastos/Vavro fuori lista UEFA. Un forfait in attacco, quello di Miroslav Klose, e l’urgenza di schierare la formazione con l’ausilio dell’infermeria: Felipe Anderson e Candreva supportavano Keita falso nove. Oggi il reparto offensivo è più folto, le problematiche interessano però gravemente le altre porzioni di campo. Ieri, quel 26 agosto, Milinkovic stava a guardare senza neppure scaldarsi per gli ultimi tentativi disperati, oggi il Sergente è un top player all’esordio assoluto nella massima manifestazione continentale.
SCELTE DI FORMAZIONE – Le condizioni in cui la rosa del club più antico della Capitale si presenta ad un match delicato contro una corazzata tedesca, però, si assomigliano molto. La partita di Leverkusen disse un tiro in porta contro 12, schiacciante superiorità dei rivali. “I nostri avversari hanno giocato su ritmi diversi, ci sono stati superiori. Non siamo assolutamente pronti per questi livelli”, la franca ammissione del tecnico della Lazio a fine gara. Nessun alibi dettato dagli infortuni per Stefano Pioli, attuale coach del Milan, le attenuanti che invece Simone Inzaghi avrebbe potuto enumerare già alla vigilia della sfida col BVB, se non altro perché lapalissiane falle di una nave costruita con sagacia e attenzione ma forse scarsa dovizia di quei particolari che a grandissimi livelli spesso hanno dimostrato di fare la differenza. Simone se la giocherà sciogliendo al fotofinish il ballottaggio in porta, è pronto all’esordio Pepe Reina. In difesa Ramos, Acerbi e Hoedt, col brasiliano che dovrebbe recuperare; altrimenti spazio a Patric. Centrocampo con Milinkovic, Leiva e Milinkovic-Savic, sulle corsie Marusic e Fares. In attacco Correa è avanti su Caicedo e Muriqi accanto all’intoccabile ex Ciro Immobile. Non ci saranno tifosi, nonostante i 13 anni di lunga attesa. La musichetta sarà la stessa, la speranza è che rispetto a cinque anni fa la musica sia già dall’inizio diversa.