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Chiesa: «Empoli campo ostico. Lazio, cresci sotto porta»

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L’ex attaccante della Lazio Enrico Chiesa ha parlato in vista della sfida di Empoli, fornendo inoltre considerazioni sulla stagione dei ragazzi di Inzaghi

Empoli e Lazio si affronteranno sabato sera in una sfida delicata per entrambe le squadre: i toscani sono alla ricerca di punti per blindare la propria salvezza, i biancocelesti, invece, hanno bisogno di vincere per continuare a rimanere attaccati al treno delle prime sei in classifica. Nel 2002 le due squadre si incrociarono in Coppa Italia: finì 1-2 per la Lazio e uno dei goal fu realizzato da Enrico Chiesa che allora vestiva la maglia dei capitolini. L’ex attaccante che ha fatto le fortune di squadre come Parma e Fiorentina è stato intervistato sulle frequenze di Radio Incontro Olympia, in vista della partita di sabato. La chiacchierata è iniziata proprio dal ricordo di quella gara: «Giocavamo di pomeriggio in quella vittoria di Coppa Italia, nel 2002. In area di rigore arrivò un rimpallo e tirai nell’angolino. È un campo difficile. Sarà una partita complessa ma la Lazio è tecnicamente superiore. L’Empoli ad ogni modo è migliorato». Lo splendido attaccante ammirato nelle sue stagioni al Tardini e al Franchi non riuscì ad incidere a Roma, ecco perché: «Sono arrivato in un momento particolare della mia carriera. Se ci fossi arrivato senza infortuni e niente, quella sarebbe stata una parentesi diversa. Ancora oggi ringrazio la Lazio che mi ha dato la possibilità di rientrare. Non stavo bene, se fossi stato integro avrei potuto togliermi grandi soddisfazioni. Non ero reattivo come prima e non avevo neanche la possibilità di fare allenamenti specifici giocando ogni tre giorni. Per quello, dopo un po’, la scelta è stata quella di andare in un ambiente più tranquillo come Siena. Non sono mai tornato quello che era prima. Quando ci sono questi infortuni bisogna essere sinceri con se stessi, al 100% non ci torni». A Chiesa capitò uno di quegli incidenti che segnano la carriera di un atleta: «Io mi sono rotto il tendine rotuleo, una cosa rara per un calciatore ma che capitò a me, Ronaldo e Ibrahim Ba. Solitamente è una problematica figlia di uno sport come lo sci. Ronaldo, come me, non è mai stato lo stesso. Il tuo corpo cambia e viene fuori il timore di rifarsi male. Per fortuna l’adrenalina del campo riesce a farti andare avanti e dimenticare».

INZAGHI, MANCINI E GLI ATTACCANTI DI OGGI –  Tornando ai suoi giorni da laziale Chiesa ricorda quelli che erano i suoi compagni d’attacco: «Le coppie erano formate da me e Simone Inzaghi, Claudio Lopez e Corradi. Con Simone siamo amici e ne parliamo ancora. Lui era un grandissimo giocatore. Il fratello ha fatto più gol ma Simone poteva farne altrettanti. Ora si sta prendendo rivincite da allenatore. E’ veramente bravo. Ha risposto alle critiche sul campo, con umiltà. Quanto sono belle le critiche, spero un giorno di averle anche io». In molti rimproverano ai capitolini una mancanza di cinismo: «La Lazio deve lavorare tanto sull’ultimo passaggio e sulla finalizzazione. La squadra gioca molto bene. Le gare durano 90 minuti e bisogna saperle leggere. Non mi sento di parlare di cali di concentrazione. La prossima volta sapranno fare tesoro dei loro errori. Tutti, dai giovani a Inzaghi. Anche Mourinho l’ha fatta». A Chiesa è stato chiesto anche chi sia il calciatore più forte con cui ha giocato. Pochi dubbi nella risposta: «Roberto Mancini. Da giocatore in campo mi ha dato una grande mano quando ero giovane. Da tecnico anche». A fine stagione Lazio e Roma si saranno affrontate in ben 4 derby: «E’ capitato anche a me un anno. È come giocare 30 partite. E’ una sfida impressionante. Non siamo stati fortunati. Il rigore di Sinisa, il mio palo, Cassano al 90°». Da ex attaccante Chiesa ha detto la sua anche sul tridente odierno composto da Immobile, Keita e Anderson: «Anderson è un giocatore che potenzialmente può fare 10 gol l’anno. Deve essere più concentrato quando è davanti al portiere. Fa molto lavoro per la squadra, nel secondo tempo contro il Milan sembrava giocare da solo. Keita? Ha sicuramente le potenzialità per fare più goal, mentre Immobile sta facendo il suo, è nella sua media realizzativa. Certo poi tutte le squadre si possono migliorare. Bisogna avere competenza e fortuna nel gestire le situazioni di mercato. Non è semplice trovare un vice-Immobile a gennaio. Di certo non te lo regalano. Ad ogni modo credo che la Lazio possa far bene così. Keita può fare il centravanti all’occorrenza».

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