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Ciani su Petkovic: «E’ stato lui a volermi alla Lazio ed è riuscito da subito a fare questo»
Ciani, l’ex biancoceleste si esprime riguardo il nuovo ct algerino avuto ai tempi della Lazio rilasciando queste parole
L’Algeria ha deciso di ripartire da un ex conoscenza della Lazio ovvero Petkovic. A ricordare ed elogiare l’ex allenatore biancoceleste ci pensa un altra vecchia conoscenza ovvero Ciani, il quale sul tecnico si esprime cosi
PAROLE – Petkovic? L’ho avuto nella mia prima stagione alla Lazio. È stato lui a farmi venire e a volermi. Ho avuto un ottimo rapporto con lui. È un allenatore che ho potuto rivedere anche quando è venuto in Francia, al Bordeaux. Con lui ho trascorso una stagione, abbiamo fatto un ottimo campionato e soprattutto abbiamo vinto la storica Coppa Italia contro la Roma. Quindi ho avuto una grande stagione. Era un allenatore che si era adattato al calcio italiano e faceva tanta, tantissima tattica. Ha saputo adattarsi al calcio italiano, anche ai grandi personaggi, perché nella Lazio c’erano anche giocatori importanti
ANEDDOTO – Un aneddoto su di lui? Lazio – Genoa, 0-1. Ero arrivato forse due settimane prima, era la mia prima partita casalinga. Era una partita importante, mi sentivo bene. Ho vinto tanti duelli, ero presente e molto duro con l’avversario. Però subiamo un gol all’ultimo minuto da Marco Borriello: l’altro difensore, Biava, dopo aver perso un duello con lui, si ferma forse per un crampo o uno stiramento. Mentre quindi l’attaccante inizia a correre verso la porta, io provo a recuperarlo, ma ero un po’ in ritardo e quindi è riuscito a segnare. Nonostante questo ero comunque sicuro di aver fatto una bella partita, tutti i miei compagni nello spogliatoio mi avevano fatto i complimenti
PETKOVIC – Il giorno dopo abbiamo guardato il video della partita e Petkovic mi ha rimproverato. In quel momento l’ho presa male, ma poi ho imparato molto da queste critiche. Ha detto che la tattica era fondamentale e che non avevo coperto abbastanza: anche se Biava si era infortunato avrei potuto rimediare e avrei potuto evitare il gol se fossi stato in una posizione migliore. Non potevamo mai permetterci di perdere cinque secondi di concentrazione: basta un errore di piazzamento, soprattutto da difensore, per essere, non direi in colpa perché eravamo in undici campo, ma rimproverato dall’allenatore. Bisognava sempre essere presenti e concentrati per tutta la partita