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Colomba: «La Lazio ha dimostrato di poter rinunciare a Biglia. De Vrij? Con lui la difesa è cambiata»

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Per parlare della sfida di domenica tra Lazio e Bologna, è intervenuto ai microfoni di Elle Radio, all’interno della trasmissione, ‘Laziali on Air’, l’ex allenatore rossoblu Franco Colomba: «La Lazio mi sembra una squadra già capace di trovare un buon equilibrio in questa fase iniziale, sopperendo anche ad un’assenza importante come quella di Biglia, il che mi sembra di buon auspicio per il resto del campionato. Il Bologna viene da una sconfitta un po’ particolare contro il Genoa condizionata anche dall’inferiorità numerica, ma è una squadra rapida, con molti giocatori capaci di saltare l’uomo anche se sul fronte offensivo l’assenza di Destro potrebbe pesare non poco

Sul centrocampo biancoceleste, vero punto di forza della squadra: «Il reparto è sicuramente interessante, la Lazio è ricca di giocatori di qualità. Cataldi è uno dei giovani più promettenti del calcio italiano, Parolo è un giocatore che riesce a regalare alla squadra intensità e qualità, si è visto come è cambiata la partita dell’Italia contro la Macedonia dopo il suo ingresso in campo. Sa combattere a centrocampo, ma anche inserirsi offensivamente. Chiaro che un playmaker come Biglia non si sostituisce facilmente, ma Inzaghi anche senza l’argentino è riuscito a mettere comunque in campo un centrocampo affidabile

Poi sul tridente offensivo: «Stiamo parlando di tre cavalli di razza, è ovvio che ci sono partite in cui i tre attaccanti devono anche essere utili al gioco di squadra ripiegando in fase difensiva, se questo non avviene l’allenatore può anche compiere scelte tattiche diverse. La qualità dei tre non si discute, in base alla tipologia di avversario da affrontare si può poi scegliere di coprire meglio la squadra. Lazio forte in contropiede? Penso sia sempre tutto legato all’avversario che si affronta, ci sono squadre che impongono il proprio gioco e ti costringono ad aspettare e ripartire, altre che non hanno la forza di fare la partita e allora bisogna essere più propositivi. Secondo me è fondamentale saper far bene entrambe le fasi, riuscire a produrre gioco, ma all’occorrenza anche attendere e colpire, sfruttando le caratteristiche dei vari giocatori in rosa

Sul rientro di de Vrij: «Ci sono delle annate in cui bastano due-tre situazioni negative a condizionare tutto. Un uomo guida può cambiare faccia ad un intero reparto, è chiaro che oltre al rientro di De Vrij possono essere mutati altri fattori, si è lavorato sulla fase difensiva per aiutare i singoli ad esprimersi e mettere in luce le proprie qualità

Sugli obiettivi stagionali, risponde così: «E’ passato ancora troppo poco tempo per decifrare dove potrà arrivare la squadra. Di certo le premesse sono buone, al ritorno in Europa League si può sicuramente ambire anche perché alcune grandi al momento sono ancora discontinue. Se si sapranno sfruttare i passi falsi altrui la Lazio potrà dire la sua, ma bisogna aspettare almeno metà campionato per definire obiettivi certi e parlare di Europa.»

Poi parla della Lazio più forte affrontata da giocatore: «Io collego sempre la Lazio a un giocatore come Vincenzo D’Amico, un fenomeno vivente calcisticamente parlando che ha ottenuto meno di quanto meritasse, probabilmente. E ricordo anche Alessandro Iannuzzi, che ho allenato a Reggio Calabria. Aveva i numeri del talento assoluto, a tratti mi ricordava Zico, ma non è riuscito a venir fuori come avrebbe meritato

Oggi lo stadio è vuoto, tutto il contrario del 14 maggio del 2000, quando Colomba sedeva sulla panchina della Reggina: «Sicuramente l’offerta eccessiva di calcio non aiuta. Ogni giorno ci sono partite, in un momento di crisi e in cui i prezzi dei biglietti non sono di certo abbordabili è difficile essere sempre presenti. Non è poi più possibile innamorarsi di un campione, identificarsi in chi scende in campo, come accaduto ad esempio al Napoli col caso Higuain. L’eccesso dell’offerta, dei cambiamenti e i tanti scandali alla fine hanno scavato nel profondo della passione dei tifosi

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