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Conferenza stampa Tudor: «In pochi rifiuterebbero la Lazio, qui si gioca per i risultati. Non sono un sergente di ferro, ma…»
Conferenza stampa Tudor, in casa Lazio è il giorno della presentazione del nuovo allenatore biancoceleste: le sue dichiarazioni
(inviato a Formello) – In casa Lazio è il giorno della presentazione di Igor Tudor. Il neo allenatore biancoceleste, che ha preso il posto di Sarri, viene presentato in quel di Formello in sala stampa ai giornalisti presenti. Lazionews24 segue LIVE le sue dichiarazioni.
INIZIA LOTITO
«E’ un po’ di tempo che non mi vedete. Meno male, così non avete le crisi d’astinenza. Parlo in modo chiaro e dico la verità che spesso fa male. Era indispensabile portare il mio saluto e la mia presenza, la scelta non è dettata dalla necessità, ma è stata una scelta ponderata a seguito di un evento imprevisto. Ho ritenuto fosse la persona giusta per condurre la nostra squadra, ha requisiti e caratteristiche per far esprimere al meglio i giocatori, in termini tattici e di stimolo a dare il 100% in un momento dove la squadra ha avuto dei problemi legati secondo me a una conoscenza e certezza dei propri mezzi, ma anche di concentrazione. Tudor è la persona giusta sotto tutti i profili. La mia scelta è stata una scelta non per tamponare un’emergenza, ma per partire con un progetto nuovo di rilancio della Lazio, che ha le potenzialità per confrontarsi alla pari con tutti come ha confermato lo stesso mister. Ci tenevo a chiarirlo. Il mio rapporto non è nato prima delle dimissioni di Sarri, l’ho chiamato dopo e dopo un’attenta valutazione su quelle che potevano essere le persone che potevano sostituirlo. Ho fatto una scelta convinta e sono contento perchè ho trovato una persona sana dal punto di vista morale, del comportamento. Se deve dire una cosa la dice, non ha retropensieri e non deve accreditarsi in modo sovrastrutturato, ma lo farà su quello che è in grado di dare e di apportare con il suo lavoro».
INIZIA TUDOR
CHE SQUADRA HA TROVATO – «Ho trovato mezza squadra, tanti sono in nazionale. Mi hanno dato una buonissima impressione. E’ una squadra di bravi ragazzi disposti a lavorare. C’è una cultura di lavoro già fatta, fa onore al tecnico precedente. E’ bello per un allenatore quando viene che c’è già questa cultura del lavoro. I ragazzi sanno che si deve fare meglio, però partire e vedere che c’è voglia di fare è un buon inizio. Poi ogni allenatore porta un po’ di suo, bisogna essere attenti nel cambiamento, mantenendo le cose che non mi piacciono e inserendo le mie cose come allenatore».
PERCHE’ HA ACCETTATO LA LAZIO – «E’ una squadra importante, in pochi non piacerebbe venire alla Lazio. Non servono giustificazioni. Poi qui l’allenatore è importante, si valuta per avere un progetto. Tante squadre lo dicono, ma da fuori, grazie al presidente, qua è davvero un progetto. Puoi venire e lavorare bene, ci sono tutte le cose giuste per fare bene».
CHE LAZIO SARA’ TATTICAMENTE – «Lo vedremo in corsa. Dobbiamo valutare ancora. Un allenatore prende sempre i giocatori adatti al suo modo di giocare. C’è gente che magari fatica a fare un certo tipo di calcio. Valuteremo in fretta insieme al club. Magari c’è qualcosa da aggiustare ma prima vanno fatti bene questi due mesi, c’è anche la Coppa. Si gioca per i risultati, che sono la cosa più importante di tutti».
KAMADA – «Quando si parla del perchè uno è adatto ad uno stile, non è il modulo la cosa adatta. Un allenatore apporta le cose nuove, nuovo modo di allenarsi e di giocare. Non vorrei parlare di singoli, devo valutare tutti bene. Io sono molto attento, scelgo sempre quello che vedo. C’è una scritta in palestra che mi rappresenta e quando l’ho vista…».
SERGENTE DI FERRO – «E’ una brutta descrizione. Non si può essere così, si deve essere tutto. Come diceva il presidente servono carota e bastone. In quattro giorni qui non ho alzato la voce una volta. I ragazzi ci tengono, c’è una grande cultura del lavoro qui in Italia. Qui è più facile lavorare rispetto a Turchia, Grecia o anche Francia. A volte bisogna stare sul pezzo se un giocatore si accontenta. Sono esigente in allenamento, poi fuori possono chiedermi tutto tranne soldi (ride ndr.)».
COPPA ITALIA E PROSSIME GARE – «Tutto ha importanza. L’allenamento di oggi, poi quello di domani, poi la gara. Programmare a lungo termine non serve. Credo nel presente e nel lavoro, la programmazione è una conseguenza. Vogliamo partire forte. Non sarà facile trasmettere in poco tempo tanto, ma non vuol dire che non si deve vedere qualcosa da subito. Torneranno i nazionali. Le gare sono subito belle, ma mi piace partire così. Credere nel miglioramento, nel lavoro, nel sacrificio, sono le solite cose ma bisogna credere anche nei fatti. Poi i giocatori decidono. Noi siamo qua ma è la voglia e la qualità loro che ci fanno vincere. Io vedo questa squadra forte, ha di tutto nelle caratteristiche e si può fare bene».
PROGRAMMARE PROSSIMA STAGIONE – «La durata del contratto non è importante. Io posso andare a casa domani, non ha importanza. C’è la fiducia, ci sono le parole. Vivo nel presente, credo nel lavoro. Se faccio bene rimaniamo, altrimenti vado avanti».
RAPPORTO CON GUENDOUZI – «Abbiamo un buon rapporto. Vuole vincere e giocare sempre, è un sanguinoso. Se ci sono 100 gare ne vuole giocare 100. Non si può fare, poi ci sono cose di campo che tutti sanno. Niente di più e niente di meno. Sono contento di ritrovarlo, ha una personalità importante e un bagaglio di esperienza, faremo bene insieme».
QUINTO POSTO IRRAGGIUNGIBILE – «Sui posti non mi esprimo. Sono cose virtuali. Posso dire ci alleniamo domani».
GARE CON LA JUVE – «Conta poco la storia. Bisogna prepararsi al meglio e giocare al meglio queste gare. Sono sempre, in tutte le gare, al centro. I ragazzi ci tengono, anche io ero giocatore. In gare contro squadre più grandi sono più motivati. Io martello di più contro le squadre piccole. Sono belle sfide, poi c’è il derby. Partiamo come si deve».
RECUPERARE IMMOBILE – «Non devo parlare io di lui, ha fatto la storia qua. Poi magari succede qualcosa… Per Ciro c’è grande amore da parte di tutti. Oggi esce una cosetta che fa notizia che sembra così e così. E’ uno buono e di cuore, ci ho parlato un paio di volte e lo vedo voglioso e pronto a dare il suo contributo. Lui ci tiene, è una cosa bella. Lui è il capitano».
CAMBIARE MODULO – «E’ un dettaglio tattico, non ha neanche importanza. Generalmente mi piace il calcio offensivo. Poi c’è sempre equilibrio, bisogna avere ora una tensione e vedere cosa ci possiamo permettere. Non abbiamo neanche fatto la preparazione per un certo tipo di calcio. Vediamo se possono reggere, tutto è importante. C’è un lavoro da fare col tempo».
CHE CARATTERISTICHE DEVONO AVERE I CENTROCAMPISTI CENTRALI – «Sa che io gioco col 3-4-2-1. I giocatori devono avere tutto, fare avanti e indietro. Voglio giocatori completi nelle due fasi, che hanno intelligenza tattica».
COME SI RIBALTA UN RISULTATO – «Non so neanche risponderti. Ci sono tanti fattori in mezzo. Se tu vinci e ti ribaltano ti dicono che non sei pronto fisicamente. Poi fai il contrario e ti dicono che stai bene. Sono tanti fattori, io non commento quanto successo in precedenza. Stimo tanto Sarri sotto tutti i punti di vista, volevo anche mandargli un saluto. Ha fatto la storia con il calcio a Napoli, ma non mi permetto di commentare il passato».
GIOCARE CON DUE ATTACCANTI – «Potrebbe succedere».
OBIETTIVI – «L’obiettivo è fare il massimo. Per il resto c’è un rapporto buono, faremo tutto all’interno del club».
COME GIOCARE DA QUI A FINE STAGIONE – «Ho già risposto, non dirò qui come giocherò. E’ una cosa dello spogliatoio».
ASPETTO MIGLIORE DELLA LAZIO DI SARRI E COSA MIGLIORARE – «Ho detto prima che c’è grande cultura del lavoro che aiuta l’allenatore nuovo. Poi c’è un ordine nella linea difensiva, c’è un modo tutto fatto bene dal tecnico precedente. Qualcosa la voglio lasciare. Nei dettagli non posso entrare, ci vorrebbe tempo ed è una cosa che deve rimanere nello spogliatoio».
TERZETTO OFFENSIVO – «L’allenatore si adatta sempre al materiale. Poi se proponi lo stesso sistema ti viene diversamente, sono giocatori diversi qui. Puoi provare a fare le stesse cose ma non saranno magari uguali. Se un tecnico non si adatta che si fa? Senza rinunciare però al suo. In questo sta la bravura di un allenatore».
CASALE E DIFESA – «Sono difensori bravi. A me non piace parlare troppo, l’importante è che siano forti. Poi a qualcuno serve tempo. Ma quando i giocatori sono forti si può fare tutto. C’è un gruppo di giocatori interessanti dietro. Patric sta tornando, c’è Gila, c’è Casale, c’è Roma, Lazzari, Marusic… Giocatori importanti».
CALCIO ITALIANO ED ESTERO – «Il calcio italiano è sempre stato il calcio tattico. Siamo più forti lì, siamo più furbi anche nell’adattarsi. All’estero c’è magari più ritmo. Quello inglese è un campionato a parte. Io vedo sempre il calcio che va in direzione di più fisicità, più velocità, più ritmo. Non rinunciando alle linee di passaggio, alla struttura della squadra e mille altre cose. Perchè rinunciare a questo? Nel calcio inglese si arriva in 5 secondi a tirare. In Italia il ritmo è più basso ma ci sono altre qualità. Non è facile fare punti qui».
IMPATTO CON L’AMBIENTE – «Bello. Sono qui in centro, non sono uscito perchè ho lavorato tanto. Vogliamo sfruttare ogni momento. Mi sento bene, sono tranquillo, la società mi ha dato tutto e non vedo l’ora inizino le partite».
HA MAI PENSATO CHE LA LAZIO POTESSE ESSERE NEL SUO DESTINO – «Quando ero giocatore c’era possibilità di venire qui in prestito. C’era qualcosa. Poi c’era il mio amico Boksic che ha fatto la storia, un mio connazionale. E’ una squadra che sempre era un avversario duro e tosto, con giocatori di qualità. Non mi immaginavo di venire ad allenarla ma sono contento».
QUANDO SARA’ LA SUA LAZIO – «Io quando parlo vi attira sempre quello che è più interessante. Oggi non si deve rinunciare a niente nel calcio, bisogna provare a dare tutto a una squadra. Quando io parlo di divertimento… A me piace vincere, non far divertire la squadra. Dopo 10/15 minuti, se vedo una partita in tv, cambio canale. Il dirigente che segue il calcio è sempre più intelligente. Se però non gli piace è diverso. Io ci credo in questa cosa qua, a cui bisogna non rinunciare. Poi se serve il catenaccio per vincere lo fai, un po’ di italianismo devi sempre mettercelo».
HA PARLATO CON BOKSIC – «Ci siamo scambiati dei messaggi».
COSA HA ACQUISITO ALL’ESTERO – «Ho 45 anni ma ho smesso di giocare presto, mi sono messo subito ad allenare. Ho un bagaglio che è fondamentale. Tu devi avere del tuo, ma con le esperienze è tutto più facile. La cultura del lavoro qui poi è il massimo, ma viene anche tutto dal giocatore. Se passi 7/8 anni in un club ti indicano la via su cosa fare».
DERBY – «Nessuno ne ha parlato. Sono felice di essere qua. Sono felice di assaporare questo derby, ma prima ci sono due gare “piccole” da giocare».
LUIS ALBERTO TREQUARTISTA – «L’Importante è che siano forti. Lui è forte, penso possa giocare in qualsiasi ruolo. Può fare anche il ruolo davanti alla difesa se vogliamo essere super offensivi. E’ un giocatore forte, se stai tanti anni qua sei forte. Lo vedo motivato, voglioso. Oggi si è allenato bene con gli altri».
FINE CICLO DEI SENATORI – «Non esiste. Ci sono giocatori forti e quelli no, quelli che ce la fanno e quelli che non ce la fanno. E’ un modo di dire non mio, non mi appartiene».
SQUADRA VECCHIA – «Più che l’età contano le caratteristiche. Uno a 30 magari è una bestia, uno a 22/23 non corre. Con i giovani si può fare qualcosa di più facile, ma le caratteristiche fanno la differenza. Bisogna fare bene qua e mettersi a vedere chi è e chi non è, come succede ovunque».