2013
Contestazione a Formello, faccia a faccia tra tifosi e giocatori. Candreva: “Non ci sono scuse”
Momenti di tensione a Formello. Il pullman della Lazio, scortato come al solito da una macchina della polizia, è rientrato al centro sportivo poco dopo le nove e mezzo. Qualche minuto di attesa e un piccolo gruppo di tifosi si è posizionato davanti al cancello e ha aspettato l’uscita dei giocatori. Con alcuni dei quali ci sono stati vivaci battibecchi. Il primo a uscire è stato Antonio Candreva che ha ascoltato pazientemente lo sfogo dei tifosi. “Vi dovete vergognare, non si può continuare a giocare così, non avete fame, né voglia, né cattiveria. Ma che state facendo?”, urlava un ragazzo con il giocatore che annuiva e, dall’interno della sua macchina, tentava di rispondere: “Avete ragione, un periodo nero, stiamo facendo male, non ci sono scuse, non so che ci sta succedendo, ma dobbiamo riuscire a tirarci fuori da questa situazione alla svelta”. Il confronto si fa ancora più vivace, quando uno dei tifosi ricorda ad Antonio Candreva che a “Varsavia ci sono ancora ventidue tifosi in prigione” e “voi in questi ultimi giorni non avete detto né fatto niente per loro e questo è inaccettabile. Nemmeno una parola”. Davanti al cancello c’è la macchina di Candreva e dietro si forma una fila di almeno dieci macchine di giocatori che cominciano a suonare nervosamente, con i tifosi che, imperterriti, proseguono nella loro mini-contestazione. Passano velocemente Biglia e Perea che non si fermano e vengono presi a male parole dal gruppetto contestatore. Passa Marchetti che viene fermato da un paio di ragazzi che gli rimproverano di aver offeso i tifosi qualche partita fa. Il portiere si ferma e ribatte: “Io non mi sono mai permesso di offendere nessuno, né tanto meno la gente. Ho chiesto scusa quanto dovevo farlo davanti alla curva”. Ma mentre tutto sembra chiarito e Marchetti prende per andarsene, un altro gli inveisce contro, ricordandogli del contratto e dell’adeguamento che avrebbe chiesto. L’estremo difensore riferma la macchina e risponde: “Ma cosa stai dicendo? Ma quale adeguamento del contratto, io non ho chiesto proprio niente, sono tutte cazzate”. Prende e se ne va. Nel calderone ci finisce anche Dias che prima discute con due tifosi e poi, sempre con gli stessi si chiarisce e fa la pace. Stesso discorso per Konko. E’ sicuramente uno dei momenti più brutti che sta attraversando la Lazio.
Ilmessaggero