2015

Coppa Italia, Lazio all’assalto del tabù Napoli per l’ottava finale

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Stasera a Napoli, la Lazio si gioca un’importante fetta della stagione, quellache vale l’accesso alla finale di Coppa Italia. Come scrive La Gazzetta dello Sport, la squadra di Pioli sta benissimo ma Benitez è stato l’unico a fermarla. i aspetta il terzo indizio per la prova che il Napoli sia la bestia nera stagionale della Lazio. I numeri questo dicono. C’è stata la vittoria in campionato all’andata all’Olimpico con la firma di Higuain. Il Napoli stava bene, il Pipita meglio e la Lazio sfogliava ancora la margherita: grande squadra sì, grande squadra no. Tutto nella normalità, niente da capire. Ma l’1-1 ottenuto con pieno merito sempre a Roma dal ciuccio nella semifinale d’andata di Coppa Italia fa piuttosto credere che Pioli soffra il gioco del collega Rafa. Perché il Napoli sta vivendo il momento peggiore della sua stagione: nelle ultime sette gare di campionato ha raccolto la miseria di 5 punti.  Cosa c’è nel gioco del Napoli che la Lazio non digerisce? Benitez rispetto all’anno scorso ha puntato di più sulle ripartenze, specialmente in trasferta. Ma non ha certo tralasciato il possesso palla e le trame ricercate. Il motto potrebbe essere: ripartenze sì, ma con giudizio. La prova sono i quasi 514 passaggi di media partita. Sono parecchi. La Lazio, che dà l’impressione di giocare più la palla, invece ha una media di passaggi è 463. Forse la chiave della sofferenza Lazio sta nel fatto che col Napoli non può sfruttare appieno alcune caratteristiche perché sono più o meno le stesse e si annullano. Le fasce, per dire. Entrambe le sfruttano (oltre il 60% di media delle azioni vengono da lì), entrambe sono larghe: 48 metri il Napoli, 47,5 la Lazio. E’ chiaro che la battaglia si svilupperà molto sulle fasce. Benitez sembra orientato a mettere Gabbiadini con Hamsik e Mertens nel tridente dietro Higuain. Non sarebbe una mossa offensiva: in questo momento Gabbia ha molta più gamba di Callejon. Pioli invece si affida per le ali ai soliti Candreva e Felipe Anderson, sia che opti per il 4-2-3-1 (con Mauri tra loro) o il 4-3-3 (Lulic affiancato a Biglia e Parolo e loro avanti con Klose). Da quando Felipe è sbocciato diventando il magico Anderson, la Lazio vola. Ha trovato con un uomo solo più imprevedibilità e più concretezza in zona gol. Dato l’1-1- dell’andata, sarà ancora più decisivo segnare il primo gol e Felipe con le sue geniali incursioni può trovare il pertugio in una difesa che, soprattutto all’inizio, se ne starà ben chiusa. Pertugio da sfruttare in prima persona o da aprire per Klose. Nel Dna di Pioli tecnico c’è un gioco d’offesa, arioso e spettacolare. La Lazio è una delle squadre che gioca meglio in serie A. Aveva il difetto di contemplare poco la fase difensiva. Sotto questo aspetto è molto migliorata e non tanto perché abbia modificato l’atteggiamento. Biglia è salito in cattedra ed è diventato una maestro della doppia fase: tampona e imposta come pochi altri. E l’aggiunta di Mauricio nel corpo centrale della difesa è stata super azzeccata. Non a caso nelle 7 vittorie la Lazio ha subito solo 2 gol. In mezzo a questo score fenomenale, Higuain è riuscito a inserirsi ancora: suo il tiro per l’1-1 dell’andata per la deviazione vincente di Gabbiadini. Pipita sa dove andare a colpire la corazzata di Pioli. Che fatalmente dovrà scoprirsi più del normale per andare in cerca della rimonta. Anche per questo Benitez ha ri-affiancato Gabbiadini a Higuain. Con la squadra un po’ sotto tono, per usare un eufemismo, ha bisogno di benzina super per alimentare le ripartenze e la concretezza sotto rete. E inseguire la terza finale in quattro anni, da campione in carica. Se la forma latita, la storia e la cabala son tutte per il Napoli.

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