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Correa: «La mia prima coppa, che serata da sogno!» E sulla telefonata di Veron…
Intervista all’eroe della Coppa Italia biancoceleste, Joaquin Correa: per l’argentino della Lazio è il primo trofeo in carriera
Il biondo del nuovo look si è trasformato nell’oro di un trofeo. Il cambio di stile ha reso fortunato Joaquin Correa, che dopo la magica serata in finale di Coppa Italia è diventato il nuovo idolo del popolo biancoceleste. Un tabù sfatato finalmente: «E’ la mia prima coppa – ha esordito El Tucu alla Gazzetta dello Sport – uno di quei sogni che hai sin da bambino». Per l’argentino infatti si trattava della quarta finale, col Siviglia però aveva perso tutte e tre le precedenti (Supercoppa spagnola 2016 e Coppa del Re 2018 contro il Barcellona e Supercoppa Europea 2018 contro il Real Madrid). A Roma la maledizione si è interrotta, grazie anche ad uno scatto magico: «La partita stava finendo e la stanchezza si faceva sentire. I miei compagni non si capacitano ancora di come avessi potuto fare quello scatto al 90’».
LA DEDICA DI CORREA – «Il mio smartphone è andato in tilt dopo il triplice fischio, ho ricevuto molti messaggi e chiamate da Argentina e Spagna. La telefonata più gradita? A parte i familiari, sicuramente quella di Veron. E’ lui che mi ha lanciato nel grande calcio, solo legatissimo. A chi dedico la Coppa? Alla mia compagna, alle persone più care e ovviamente ai tifosi laziali».
IL RAPPORTO CON INZAGHI – «Grazie al mister ho trovato la giusta collocazione. Io gioco tra le linee, alle spalle dell’attaccante. Sono più trequartista che seconda punta, anche se mi trovo spesso in area. In Spagna giocavo da esterno, posso farlo ma non è il mio ruolo ideale. La mia partita migliore? Al derby con la Roma, anche se purtroppo non ho segnato».
RAMMARICO CHAMPIONS – «Abbiamo buttato via troppi punti, ma abbiamo pagato anche i troppi infortuni tra novembre e gennaio. Ci riproveremo l’anno prossimo. E cercheremo di fare meglio pure in Europa League. Un giovane su cui puntare? E’ qui a Formello: Pedro Neto. Ha mezzi incredibili, il futuro è suo».