2015
Cragnotti svela: “Avevo quasi preso Batistuta… Il derby? Lo vince la Lazio”
9 Gennaio, il compleanno della Lazio, ma anche il compleanno di Sergio Cragnotti, che dei biancocelesti è stato il presidente più vincente, e che oggi spegne 75 candeline. L’amatissimo ex patron laziale è intervenuto sulle frequenze di Radio Ies nella trasmissione La Lazio Siamo Noi.
“La Lazio significa molto per me – ha esordito Cragnotti – 115 anni sono un traguardo fondamentale per una società immortale, a cui non mancherà mai il sostegno di una tifoseria stupenda. Essere laziale significa aver vissuto una vita tribolata, fatta di gioie, rimpianti, e tante delusioni, ma anche di attaccamento e dedizione ad una maglia gloriosa”.
Pentito di aver preso la Lazio?
“Non mi sono pentito di aver preso la lazio. Sono dispiaciuto per come la mia avventura sia terminata; ma comunque rimangono le vittorie e le soddisfazioni che da un punto di vista sportivo sono indelebili. Pensare che i tifosi laziali siano così attaccati alla mia figura, mi riempie sicuramente di orgoglio. La delusione per come è andata a finire, viene meno quando noto come i tifosi laziali, anche dall’altra parte del mondo, mi riconoscono, chiedendomi autografi e fotografie. Lo ripeto, la fase conclusiva della mia avventura in biancoceleste poteva essere gestita in maniera differente, e per questo vi è un minimo di rammarico. Le vittorie e gli uomini comunque rimarranno negli annali. Pensare che calciatori come Simeone, Mancini, Stankovic, Mihajlovic, siano diventati grandi allenatori e grandi uomini, è la dimostrazione di quanto di buono sia stato fatto”.
Poi Cragnotti rivela un clamoroso retroscena di mercato...
“Posso dire che prima che arrivasse alla Roma, Batistuta era vicinissimo a vestire la maglia biancoceleste. Il calciatore era praticamente nostro, e lo stesso Batistuta spingeva in tutti i modi per venire alla Lazio. Vi furono poi delle problematiche dovute al comportamento assunto da Cecchi Gori e per questo rinunciammo al calciatore argentino”.
Da un punto di vista imprenditoriale, di cosa vi è bisogno nel mondo del calcio attuale?
“Nel mondo del calcio, ora come ora, vi è bisogno di internalizzazione. Un concetto che già trent’anni fa avevo cercato di portare alla Lazio. Bisogna cambiare le logiche imprenditoriali ed industriali. Non si può pensare di vivere all’interno della propria città e provincia, senza pensare al mondo internazionale. Proprio per questo, le Coppe Europee, come la Champions League, assumono una grandissima importanza. Bisogna ricostruire un progetto di internazionalizzazione e partecipazione globale. Una persona singola, coi propri mezzi e il proprio patrimonio, non può far fronte alla competizione globale che diviene sempre più complicata. In tal senso l’entrata nel mondo borsistico per una società di calcio, diviene un elemento fondamentale”.
Quale il suo auspicio per il futuro.
” Mi piacerebbe vedere una Lazio che torni sul tetto del mondo. Nella vita ci vogliono i mezzi e le disponibilità per creare qualcosa d’importante. Il tifoso vuol sognare. Affinché i media parlino di una società, vi è bisogno dei campioni”. Il derby?. ” Vedo molto bene la Lazio. Secondo me il derby termina 2 a 0 per la squadra di Pioli”.