2014
Cragnotti: “I tifosi devono dare fiducia a Lotito. Terzo posto? Serve tanto sacrificio”
Alle colonne de Il Tempo ha rilasciato un’intervista l’ex Presidente della Lazio Sergio Cragnotti. Di seguito le parole del patron che è rimasto nel cuore di tanti tifosi biancocelesti:
Che cosa fa Cragnotti oggi?
“Mi occupo di tante cose, anche di vino. Faccio consulenze per le imprese, lavoro con varie società, sfrutto la mia esperienza. In fondo sta accadendo ciò che avevamo previsto trenta anni fa, l’internazionalizzazione dell’economia era un passo obbligato, i fatti ci hanno dato ragione”.
È mai stato vicino alla costruzione dello stadio?
“Mai. Il Flaminio fu la nostra prima idea, secondo me per la Lazio sarebbe ancora oggi lo stadio ideale, ma il Coni si oppose, allora noi pensammo a un nuovo impianto”.
Il progetto tedesco…
“Sì, un cono alto circa 350 metri con attività economiche differenziate. Al piano terra lo stadio, poi alberghi, uffici e così via. Un progetto che i tedeschi volevano realizzare nel momento dell’unificazione delle due Germanie, per dare a Berlino un esempio di grande architettura moderna. Loro rinunciarono, noi lo prendemmo come modello ma incontrammo molti ostacoli per l’ubicazione dello stadio e non solo. Ricordo la “raccomandazione” di Rutelli: “Mi raccomando Sergio, fallo più basso della basilica di San Pietro””.
Infine l’idea dell’Olimpico?
“Insieme alla Roma volevamo rimodernarlo, l’allora sindaco Veltroni approvò il progetto e creammo una società insieme al club giallorosso, si chiamava ‘Stadio Olimpico’. Ma il Coni si oppose ancora, bocciò l’idea dicendo che l’Olimpico era un monumento nazionale”.
Se fosse ancora presidente della Lazio lo farebbe uno stadio?
“Sì, per i club maggiori può essere un progetto valido, per le squadre medio-piccole non credo”.
A tal fine la polisportiva potrebbe essere un vantaggio per la Lazio?
“L’idea è valida. Io tentai di riunire venti polisportive, ma ci sono sempre stati ostacoli”.
Segue ancora la Lazio?
“Certo, vedo le partite. Mi dispiace per il livello del calcio italiano oggi è mediocre, lo spettacolo è povero”.
I tifosi biancocelesti le hanno dimostrato grande affetto lo scorso maggio per la serata ‘Di padre in figlio’…
“Mi ha fatto piacere, vuol dire che abbiamo lasciato qualcosa di concreto. Certo anche ai miei tempi i conflitti furono tanti. I tifosi non avevano compreso il progetto industriale: vendere giocatori ci permetteva di reinvestire per costruire una squadra importante. Ma io ho sempre cercato un confronto diretto con il popolo laziale”.
Lotito l’ha sempre accusata per i rapporti con gli ultras…
“Anche noi abbiamo fatto la guerra e sostenuto le nostre tesi, ma senza rifiutare il dialogo. Sostenere le coreografie per un derby non significava appoggiare le politiche dei tifosi”.
Che cosa pensa dei rapporti conflittuali tra i tifosi e Lotito?
“Con tutto il rispetto per i sentimenti dei tifosi, ora credo sia importante dare fiducia a Lotito per creare qualcosa di importante. Essere contraddittori in tutti i momenti non porta benefici: speriamo che questa presidenza possa far vivere momenti entusiasmanti come quelli vissuti ai nostri tempi. Certamente avere grandi campioni come sono Klose e Candreva porta entusiasmo. Questo è necessario: bisogna creare gli idoli per avvicinare i tifosi al club”.
Che manca a questa Lazio?
“Un progetto. Lotito devo spiegarlo chiaramente, non si può vivere a fasi alterne. Per ora ha costruito una squadra di valore medio ma si deve migliorare se si vuole competere a livello internazionale. Abbiamo visto la Roma, quando ha incontrato il Bayern ha sofferto parecchio. Quando si pensa in grande bisogna fare grandi cose”.
Lotito continua ad accusarla di aver lasciato un buco da 500 milioni…
“I fatti sono spiegati nei bilanci e i dati si possono verificare. Tra l’altro lui ha trovato anche una parte attiva, come Formello e i calciatori. Non credo che il crack Cirio si sia riversato nel club, noi siamo usciti dalla Lazio perché ci hanno costretti e non perché la società si trovava in una crisi finanziaria irreversibile. Poi c’è stato l’interregno che ha dato i risultati che ha trovato Lotito”.
Come giudica l’impegno di Lotito negli affari politici?
“Le grandi società come Juve, Milan e Inter l’hanno sempre fatto con dirigenti come Moggi, Giraudo, Galliani e Moratti. Per Lotito il progetto calcistico resta prioritario, una cosa è certa: della sua attività ne beneficerà anche la squadra. Quando sei presente in Lega e Federazione, questo dà dei riflessi positivi a 360 gradi”.
Che cosa pensa della tentata scalata di Chinaglia?
“Credo si sia fatto strumentalizzare, non credo avesse le capacità per dirigere una società calcistica. C’è gente che ha utilizzato il suo nome”.
C’è un giocatore che lei è rimasto nel cuore?
“Sono passati tanti anni, non ho più contatti con loro ma mi ha fatto piacere incontrarli per la festa dello scorso maggio. E poi è bello vedere come tanti nostri ex giocatori siano diventati uomini importanti: da Mancini a Simeone, da Stankovic e Mihajlovic: avevamo grandi calciatori ma soprattutto persone intelligenti”.
La scorsa estate il nome di Mihajlovic è stato accostato alla panchina della Lazio: lei l’avrebbe preso?
“Io credo che Pioli sia un buon allenatore, sta dando alla squadra un gioco logico per i valori a disposizione. Ma a me piace tanto Simeone, perché è un grosso motivatore”.
Tornando indietro, invece, farebbe la stesse scelte?
(Ride, ndr) “È difficile ripetere sempre gli stessi errori”.
E la quotazione in Borsa?
“La rifarei senz’altro, perché non si è valorizzata al punto dovuto. Gli aspetti finanziari hanno prevalso, i tifosi avrebbero dovuto contribuire all’indirizzo industriale della società come avviene nei club spagnoli attraverso le quote associative, ma non è andata così anche per una volontà politica: il mondo economico ha sempre denigrato le società calcistiche quotate”.
Pensa che il calcio oggi sia pulito?
“Se lo avessi creduto il calcio marcio non avrei investito tanti soldi. Qualcosa di poco chiaro c’è, ma la maggior parte del calcio è sana”.
Eppure un suo ex calciatore come Signori è finito nel ciclone dell’inchiesta sul calcioscommesse?
“Qualche giocatore può avere la passione per le scommesse, ma questo non rappresenta il calcio”.
La sua Lazio ha vinto meno rispetto ai meriti?
“Abbiamo subito qualche torto, tutti mi dicono che abbiamo vinto poco. In quel momento eravamo la squadra numero uno nel mondo, lo disse anche Ferguson. Il condizionamento degli arbitri c’è sempre stato e c’è ancora”.
Tanti tifosi sognano il ritorno di Cragnotti…
“Non ci ho mai pensato. E non sono mai stato dietro a nessuna cordata vera o presunta. Anche perché ora ho da risolvere progetti ben più importanti. La vita è fatta di momenti ora spero che i tifosi biancocelesti possano rivivere l’entusiasmo del passato”.
Dove può arrivare la Lazio quest’anno?
“Io credo in questa squadra, ha dei buoni giocatori. Se creano il giusto clima nello spogliatoio e sanno sacrificarsi possono arrivare senza altro in Europa League. E magari lottare per il terzo posto”.
Un pronostico per Lazio-Juve?
“Credo che la squadra di Pioli possa fare bene, i bianconeri non sono una squadra fenomenale. Io comunque vado allo stadio e spero di divertirmi”.
Le sue traversie giudiziarie a che punto sono?
“Siamo nella fase di appello, nel 2015 aspettiamo le sentenze. Di sicuro sono finito in questa problematica giudiziaria per dei fatti che potevano essere risolti in modo molto diverso, senza far fallire un grande gruppo industriale”.
Rocco Fabio Musolino