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Cragnotti nostalgico: “Mi mancano le trasferte che resero grande la Lazio. Ringrazio i tifosi per il loro affetto negli anni”
In occasione del giorno del suo compleanno e di quello della Lazio è intervenuto ai microfoni de “I Laziali Sono Qua” l’ex presidente biancoceleste Sergio Cragnotti.
Cosa ti manca di più dell’ambiente laziale?
“Posso dire che mi mancano le imprese, il calcio delle grandissime partite e delle trasferte più emozionanti in cui abbiamo fatto conoscere il nome della Lazio in tutta Europa. Devo dire che la cosa che più mi colpisce è l’affetto. Ovunque io vada i tifosi laziali mi fermano per abbracci, fotografie e ricordi da condividere: un supporto morale che non è mai venuto meno da quando ho lasciato la Lazio”.
Sullo stato attuale del calcio italiano, lei che fu uno dei precursori del cambiamento
“Io credo che al momento si stia vivendo un’epoca diversa nel mondo del calcio. Un momento particolare e anche difficile, in cui una grave crisi politica ed economico-finanziaria si risente anche nello sport, limitando la costruzione di progetti importanti. E’ difficile anche costruire uno stadio, che dovrebbe essere visto come la casa comune di tutti i tifosi. Si tratta di cicli storici, in parte anche fisiologici, che portano a dimenticare anche cose che prima facevano parte saldamente della nostra vita, come il senso di appartenenza, l’amore per la maglia e la condivisione di certi valori”.
Cosa manca per far rivivere un determinato entusiasmo al popolo laziale?
“A mio avviso il problema centrale è quello dello stadio. Come dicevo, la mancanza di una casa comune nella quale ritrovarsi. Un sistema che quasi nessuna società è riuscita a creare: solo la Juventus, dove si assiste al match come se si fosse al teatro dell’Opera, piena di gente che vuole condividere un’emozione e senza quella mescolanza di gente che a volte vuole distruggere e portare negatività. In questa mancanza c’è anche grande responsabilità della politica, che non ha alimentato questi investimenti”.
Sui mancati investimenti da parte della società nel mercato estivo
“Io non conosco la realtà nello specifico. Oggi bisogna fare i conti con delle regole finanziarie e di bilancio a volte molto rigide. Il mercato è diventato un movimento globale. Per crescere servono investitori e aiuti esterni che possano concretizzare grandi progetti. Se la coperta è corta bisogna aprirsi ai grandi mercati e farli entrare nel mondo sportivo”.
Sulla Lazio attuale
“Il terzo posto dell’anno scorso è stato un momento assolutamente importante. Poi i cambiamenti estivi e forse qualche problema nella preparazione non hanno permesso di vivere ancora quei periodi positivi della scorsa primavera”.
Sul fatto che Vieri fu vicino al ritorno alla Lazio dopo lo Scudetto
“Se ne discusse, ma era una questione più legata all’affetto che alla valutazione tecnica. Poi prendemmo Crespo che si laureò capocannoniere ed era il massimo rispetto a quello che c’era in quel momento”.
Sui tifosi della Lazio
“Li abbraccio e li ringrazio per il loro affetto incancellabile, che non diminuisce mai nonostante il passare degli anni”.