2014
Crespo carica la Lazio: “Europa? Non sarà facile, ma puoi farcela”
In attesa di fare l’allenatore, dopo una carriera a bucare reti a suon di gol, Hernan Crespo racconta il calcio, con uno sguardo particolare alla Lazio: “Non sogno, io voglio far calcio come allenatore. Soltanto che è arrivata l’occasione di iniziare questa avventura e ho accettato. Nel futuro però mi vedo allenatore, magari di un club importante. Ci vuole tanta dedizione e io ne ho da vendere. Ma mi accontenterei di ottenere anche solo la metà delle soddisfazioni avute nella mia carriera da calciatore”, ha dichiarato l’argentino ai microfoni de “Il Tempo”.
Crespo ha parlato poi del suo cuore diviso tra Roma e Milano: “Da piccolo seguivo il Milan, sono cresciuto con Van Basten e Gullit, giocare a San Siro con la maglia rossonera è stato grandioso. Ma quando ho avuto la possibilità di andare alla Lazio non ci ho pensato due volte: era ormai una potenza quella squadra di Cragnotti. E poi una metropoli come Roma mi ricordava Buenos Aires e l’Olimpico i miei esordi in Argentina, dopo quattro anni a Parma ci voleva”.
L’attenzione poi si sposta sul cammino in campionato della squadra di Edy Reja: “La sua qualità sta nel gruppo compatto, ma la ciliegina sulla torta è sempre Klose, i biancocelesti non possono farne a meno. Se il tedesco gira, la squadra va perché sono sempre i campioni a fare la differenza. Forse quest’anno è mancata la continuità di risultati su cui ha influito anche il cambio in panchina. Centrare l’obiettivo europeo non sarà facile, Parma e Inter corrono, ma la Lazio ha le carte in regola per giocarsela con tutti”.
E a proposito della sfida della Lazio contro il Milan: “Lazio-Milan è sempre una sfida affascinante. Serve far bene, altrimenti il percorso diventa veramente complicato per entrambe. Per questo non esiste una favorita, può succedere di tutto. Quale sfida mi è rimasta dentro? Era un Milan-Lazio, in realtà e io vestivo la maglia rossonera (2-1 il 6 febbraio 2005, ndc). Eravamo in svantaggio dopo il gol di Oddo su rigore e una vittoria ci avrebbe garantito il primato in campionato. Poi ci fu il pareggio di Shevchenko su punizione e all’ultimo secondo, dopo il palo di Kakà, arrivai io all’arrembaggio e con un tap-in segnai con San Siro che esplodeva”.