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Bergodi: «Nessun pronostico per il Derby ma punto tutto su Immobile»
Cristiano Bergodi, dalle colonne de Il Messaggero, ha analizzato il derby di domenica prossima contro la Roma: le sue parole
Intervistato da Il Messaggero, l’ex Lazio Cristiano Bergodi ha parlato in questi termini dellaa gara contro la Roma di domenica pomeriggio:
DERBY – «Mi sentivo un gladiatore. Ricordo poi quando come Immobile, indos- sai quella fascia rossa, rossa, rossa, del mitico Wilson. C’è anche la foto dello scambio dei gagliardetti con Giannini. Ho fatto il capitano in un paio di derby e devo dire che è il massimo per uno che nasce tifoso. A volte eccedevo, ma solo perché sentivo una grande responsabilità. Non dormivo per una settimana prima del fischio d’inizio, avverto ancora oggi l’adrenalina che mi trasmettevano i cori dei tifosi per giorni nel centro sportivo».
RICORDO MIGLIORE LEGATO AL DERBY – «Una sicuramente è l’1-0 del 6 marzo del 1994. Io uscii dopo un quarto d’ora poiché in uno scontro con Mihajlovic mi fratturai il collo del piede, ma fu meraviglioso quando Giannini sbagliò il rigore facendosi ipnotizzare da Marchegiani. Il mio derby indimenticabile rimane tuttavia il 2-0 del 23 aprile 1995, quello dove partecipai al vantaggio di Casiraghi. Cervone uscì male e mandò la palla verso il dischetto del rigore. Io feci una rovesciata solo per ri- spedire la sfera in area, il resto lo fece Gigi».
QUALE RIGIOCHEREBBE – «Quello al Flaminio del 19 novembre 1989. Noi eravamo passati in vantaggio con Bertoni, ma negli ultimiminuti Giannini pareggiò i conti. Pensavamo di aver già vinto e lo avremmo meritato».
POLEMICA MAGGIORE – «Dal 3-0 dell’andata nel 1994 nacque la polemica. Al triplice fischio la Roma andò a esultare sotto la Sud mostrando il numero tre. Diciamo che ce la segnammo. Così al ritorno ci fu un po’ di caos, dichiarazioni sopra le righe, ma era solo l’adrenalina della gara che portò poi a un diverbio non proprio rose e fiori con Giannini. Poi incontrai Beppe all’aeroporto a Bucarest, quando venne ad allenare in Romania e scappò una battuta e ci fu il chiarimento senza alcun problema. Lui è stato un grande calciatore della storia della Roma e della Nazionale».
PERICOLO NUMERO 1 – «Il più pericoloso era Rudi Völler. Subiva fallo e continuava a correre. Un tedesco terribile».
DERBY DI DOMENICA – «Il derby è una gara a sé, ma vedo la Lazio in crescita. Qualche mese fa dissi che a Sarri andava dato tempo e i risultati ottenuti sono una conferma. La squadra si è sistemata dietro e ora pesano tanto i gol di un attacco sempre più fluido. Non è mai semplice metabolizzare grandi cambiamenti tattici in pochi mesi. LaRoma credo che sia in un anno di transizione. Mourinho, nonostante risultati da non stropicciarsi gli occhi, non è mai stato messo in discussione. I biancocelesti li vedo meglio, ma la Ro ma è sempre pericolosa e avrà una spinta maggiore dall’Olimpico».
ATTACCHI DECISIVI – «Io punto tutto sui due attacchi. Quello della Lazio sta andando molto bene. Peccato per l’assenza di Zaccagni, ma Pedro è una garanzia e Felipe Anderson è tornato ad alti livelli. Poi Immobile è sempre Immobile».
ZANIOLO – «A me piace molto Zaniolo. È un giocatore importante, però non lo vedrei bene nel modulo di Sarri che non prevede trequartisti o seconde punte. Non voglio offendere nessuno ma in questo momento lascerei la Lazio così com’è, senza togliere nulla alla Roma. Nella Roma il pericolo numero uno sarà Abraham, ma attenzione anche a Pellegrini, oltre a Zaniolo».
IMMOBILE E TIFOSI – «Non posso non dire Immobile. Avere Ciro in campo è una sentenza, non è una cosa di tutti i giorni permettersi di schierare il capocannoniere di sempre del club. Poi sicuramente la tifoseria. La Nord è veramente fantastica, ha sempre fatto delle coreografie fenomenali dando una grande spinta ai calciatori in campo. Per inventiva la curva biancoceleste è sempre stata un passo avanti rispetto a quella giallorossa. Infine non dico Sarri solo perché di là c’è un allenatore come Mourinho, un profilo di grande rispetto per tutto quel- lo che ha fatto in passato».
PRONOSTICO – «Non ci penso proprio a dare un pronostico».