Hanno Detto
De Grandis: «Lazio? Non deve accontentarsi. Serve un colpo, ecco perché»
De Grandis: «Lazio? Non deve accontentarsi. Serve un colpo, ecco perché». Le parole del giornalista di Sky Sport
Intervenuto ai microfoni di Radio Laziale, Stefano De Grandis ha parlato della situazione in casa Lazio e ha ricordato Sven Goran Eriksson. Queste le sue parole:
PAROLE – «Un acquisto è obbligatorio. Il mercato è carino, ma manca qualità in mezzo e i tifosi sono in subbuglio. Un colpo servirebbe per tanti motivi, soprattutto dal punto di vista psicologico vista la situazione delle altre squadre. A meno che la Lazio non voglia accontentarsi di un campionato di metà classifica. Sabato scorso l’Udinese è rimasto in 10 uomini e in quei momenti c’è bisogno di un playmaker. Il più regista di tutti è Cataldi, oltre a Vecino e Rovella. Le risorse poi contano. La Lazio in questi anni ha un po’ ammazzato il settore giovanile. Le altre invece, come la Juve, fanno l’U23. Adesso facciamo fatica a trovare nuovi giocatori, serve una nuova idea di base diversa rispetto a quelle passate di Lotito, Fabiani e Tare.
La vittoria della Supercoppa Europea contro il Manchester United? Spesso partivo da inviato, ero già stato a Brimingham per la Coppa delle Coppe. Ero con un ragazzo, lazialissimo, che mi seguiva con la telecamera che se la portava sempre dietro anche se non la usava. A Montecarlo c’era una stuart della Uefa un po’ antipatica che mi disse che non avevo l’accredito e non mi voleva far entrare. Un ragazzo della Uefa però mi riconosce e mi fa entrare, ma senza la telecamera nonostante non volessimo fare immagini. Siamo riusciti a entrare, anche se dopo un po’ di tempo è tornata la stuart di prima che ci ha fatto uscire, posare la telecamera e ci ha fatto perdere il gol di Salas. ‘Sta maledetta (ride, ndr.).
Io Eriksson lo intervistavo spesso. Lui era un signore sempre, non ha mai risposto male, era molto disponibile. Un personaggio fantastico. Mi ha colpito tantissimo il modo in cui lui ha gestito la malattia e la fine della sua vita. Io quella forza non ce l’avrò mai, il messaggio che ha mandato è più che positivo. Lui era sempre ottimista, anche quando allenava. Veramente straordinario. Gestire una squadra come quella della Lazio era difficilissimo. E lui ci è riuscito, senza mai alzare la voce e sempre con rispetto».