2014

De Leo (tattico Mihajlovic): “Djordjevic ottimo colpo per la Lazio”

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Abituato a studiare il calcio per Sinisa Mihajlovic, il tattico Emilio De Leo conosce bene Filip Djordjevic. Ci ha lavorato per un anno e mezzo, durante l’esperienza da commissario tecnico della Serbia da parte dell’attuale allenatore della Sampdoria: “L’ho visto maturare, la prima volta lo convocammo quasi al buio, quando da poco aveva lasciato la seconda divisione francese. Ci convinse subito, gli bastarono tre minuti. Avevamo un’amichevole, in Svizzera, contro il Cile. In attacco in quel periodo avevamo Scepovic, Djuricic, Mitrovic, ma nessuno di questi ci convinceva al 100%. Djordjevic l’avevamo convocato su indicazione di Sakic, il nostro collaboratore, che era andato anche in Francia a vederlo giocare e ci aveva portato relazioni positive”, ha raccontato ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport” De Leo, che poi ha proseguito: “Così lo buttammo dentro dopo l’intervallo. E lui, dopo tre minuti del secondo tempo, fece subito gol. Io e Mihajlovic ci guardammo e commentammo: “Questo qui ha fatto tanta gavetta, eppure è uno a cui non devi spiegare come si fa gol”. Sì, la Lazio ha fatto un ottimo colpo. Poi bisognerà vedere come il giocatore si ambienterà al tatticismo del calcio italiano. Ma in linea di massima mi sento di dire che in Serie A uno come Djordjevic ci sta alla grande”.

La descrizione del collaboratore di Mihajlovic continua con l’analisi tattica: “Ha un grande fiuto. È un centravanti, non di quelli statici. Non ha un fisico troppo possente, sa muoversi bene e ama giocare il pallone con i compagni. Il suo pezzo forte è il colpo di testa: non è dovuto alla sua stazza, ma al tempismo. Le palle alte sono tutte sue. Con Sinisa lo vedevamo in allenamento e ci stupivamo: lo mettevi contro Ivanovic, un totem dei palloni aerei, eppure la prendeva sempre Filip”.

Pregi anche a livello caratteriale per Djordjevic: “Fuori dal campo non lo senti mai parlare. Dentro è difficile che sbagli partita, intendo dal punto di vista dell’atteggiamento: quasi impossibile che scenda in campo poco concentrato. È un mancino che sa fare mediamente bene un po’ tutto, nei fondamentali non gli manca niente. Noi lo impiegavamo da punta centrale in un 4-2-3-1. Ma, a mio avviso, gli farebbe bene giocare con un attaccante rapido vicino”, ha concluso De Leo.

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