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De Vrij: «Scudetto? Si, vincendo sempre. Tra i grandi difensori olandesi anche Stam»
De Vrij ha parlato a Gazzetta dello sport: le parole dell’ex Lazio
LA PAROLA SCUDETTO- «Tutte le parole sono ammesse nel mio vocabolario, anche scudetto. Ma come è inutile guardare troppo al passato, è inutile anche guardare troppo in avanti. Ora siamo lassù e lassù vogliamo arrivare alla fine. Come riuscirci? Vincendo ogni partita, a cominciare dalla prossima».
LUKAKU O IBRA E RONALDO IN PARTITA- «Tutti e tre con caratteristiche diverse fanno la differenza, la cosa più bella per un difensore è affrontare campioni così. Quello che fa Ibra alla sua età, ad esempio, è incredibile e Cristiano con la sua mentalità è sempre al top. Ma anche Romelu vale i top centravanti del mondo: è fortissimo fisicamente, quando si gira diventa imprendibile. Ecco, eviterei il contatto fisico con lui…»
SORPRESA MILAN- «Hanno una buona squadra e tanti giocatori forti: mi sembrano molto uniti. E poi conosco l’allenatore molto bene per aver lavorato con lui due anni: è bravissimo, molto umano, ma anche molto preparato. Sono contento per la sua crescita
professionale».
DE LIGT E JUVE LONTANI- «Io e Matthijs passiamo molto tempo insieme, ma non ci concentriamo sulla sfida Inter-Juve, al massimo parliamo di calcio in generale. Loro sono un po’ indietro in questo momento, ma la Juve la conosciamo tutti: si rifarà sotto».
GRANDI DIFENSORI IN OLANDA- «Ma abbiamo avuto anche gente come De Boer, Stam, Koeman… Da noi il difensore viene costruito in maniera diversa rispetto a quello italiano, deve usare più la palla e correre in avanti, poi ognuno fa il suo percorso e impara da altre scuole: io, ad esempio, sono venuto quaesono cresciuto grazie alla cultura italiana, proprio come ora De Ligt».
SU CONTE- «La bellezza della vita e del calcio è che ognuno è diverso: io ho imparato da tutti i miei tecnici. Conte è un vincente, riversa sulla squadra la suastessa voglia e cerca di sfruttare tutto il potenziale che ognuno di noi ha dentro. Batte su quello, trasmette passione e mentalità. A me dice che sono troppo buono e che a volte dovrei essere più cattivo: anche grazie a lui su questo aspetto ho fatto dei passi in avanti».
INTER POCO EUROPEA- «No! Stavolta è andata male, ma non perché ci manchi qualcosa per giocare la Champions. L’approccio nostro è uguale indipendentemente dalle competizioni. Avremmo voluto proseguire in Europa, ma ora cercheremo di fare bene in Coppa e campionato: il fatto di poterci concentrare solo su questo può diventare un
vantaggio, ma dipenderà solo e soltanto da noi».